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Religiosa da 50 anni: che festa per suor Luciana

di DANIELA RAMA
La cenacolina abbracciata dalla parrocchia colognolese 

Religiosa da 50 anni: che festa per suor Luciana

di DANIELA RAMA
Domenica 22 settembre la parrocchia dei Santi Vittore e Corona si è stretta intorno alla cenacolina suor Luciana Genova per il 50° anniversario della sua professione religiosa. Per omaggiarla della preziosa collaborazione che da anni offre alle comunità di San Vittore e anche di Monte e Pieve, i parrocchiani le hanno organizzato una festa molto sentita. 
Originaria proprio della frazione colognolese di San Vittore, suor Luciana ha raccontato: «Ho iniziato a mangiare il pane delle suore ancora prima della scuola materna, perché, avendo il mio gemello dei problemi di salute a causa dei quali è scomparso all’età di due anni, mentre la mamma si occupava di lui, mio fratello di dieci anni più grande mi portava in giro con sé e spesso, per ritagliarsi un po’ di tempo spensierato, mi lasciava dalle suore seduta su un mucchio di sabbia e chiedeva che mi fosse dato un pezzo di pane raffermo affinché potessi stare lì tranquilla mentre lui giocava. Talvolta – ha affermato divertita – le suore lo dovevano poi chiamare perché, preso dal gioco, si dimenticava di venirmi a prendere». 
Grazie alla frequentazione assidua delle suore anche negli anni successivi, suor Luciana è stata presto attratta dalla letizia nel servire che caratterizzava le cenacoline. Da adolescente ha iniziato a pensare che questa avrebbe potuto essere anche la sua strada. «Per scoprire se si trattava di vocazione autentica, mi sono rivolta a Dio – ha spiegato – e gli ho chiesto di farmi capire chiaramente cosa Lui desiderasse per me. Sapevo che solo facendo la sua volontà mi sarei realizzata». 
Di lì a poco in parrocchia arrivò un sacerdote che la aiutò nel discernimento, confermando la sua vocazione. Diciottenne, Luciana è entrata nella casa madre di Quinto dove è stata accolta da don Giovanni Ciresola, fondatore della Congregazione delle Povere Ancelle del Preziosissimo Sangue – Cenacolo della Carità, oggi venerabile. «A stupirmi – ha precisato – è stato l’elenco di tutti gli istituti religiosi presenti all’epoca a Verona che don Ciresola mi fece, per darmi la possibilità di scegliere. Solo dopo aver espresso la mia intenzione di far parte del Cenacolo della Carità, iniziò a parlarmi del carisma e della spiritualità di questo istituto». 
Nel corso del noviziato ha frequentato la scuola magistrale diventando maestra d’asilo, ruolo che ha esercitato a Romagnano, Roverè, Albaro, Perzacco e poi a Colognola. «Il tutto – ha aggiunto – mettendoci il massimo impegno e cercando di fare del mio meglio nello stare vicino al contempo anche ai miei genitori e a mio fratello, anch’essi da accudire, e sempre memore delle parole del nostro padre fondatore che diceva: “Se volete fare del bene, dovete voler bene in ciascun posto capitiate”».
Un bene grande quello seminato da suor Luciana che, nella Messa celebrata da don Giulio Ambrosi con altri sacerdoti, tra cui un suo ex alunno, e animata dal coro parrocchiale, la comunità ha saputo restituirle con riconoscenza e affetto donandole anche una nuova veste e una pergamena con la benedizione inviata dal Papa. 
A farle onore nel giorno in cui ha rinnovato i suoi voti, c’erano numerosi fedeli provenienti dalle parrocchie in cui la cenacolina ha operato, ex alunni, tante consorelle con la madre generale, il sindaco e degli assessori. Alcuni musicisti, al termine della celebrazione, le hanno dedicato un piccolo concerto di pianoforte e violino.

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