Le belle favole di Lucia scritte nel nostro dialetto
di LINO CATTABIANCHI
Libro dedicato ai piccoli (e al fanciullino che è in tutti noi)
di LINO CATTABIANCHI
Interamente dedicate ai bambini e al loro mondo di giochi, fiabe, racconti e filastrocche le ultime due fatiche letterarie di Lucia Beltrame Menini Un du tri... tocatí, e la traduzione nel dialetto della Bassa della favola dei fratelli Grimm, Il principe ranocchio diventato in vernacolo El Principe Ranocio, pubblicati entrambi dai fratelli Corradini editori (Padova).
Col secondo racconto la scrittrice e poetessa ha partecipato con successo al recente “Festival della fiaba di Legnago”.
«Il libro – spiega l’autrice – è dedicato al fanciullino che c’è in ognuno di noi e vuole essere un tuffo nel mondo della semplicità e della felicità dell’infanzia». Attraverso la lingua recuperata dell’infanzia, il dialetto morubiano, una delle tante varianti della parlata della Bassa Veronese, la poetessa dà un tocco di leggerezza ai momenti raccontati che racchiudono significativamente il mondo dei piccoli, ma anche dei grandi che lo guardano con gli occhi della nostalgia. Scrive Mario Sileno Klein nella presentazione: “Osservando la disinvoltura con cui i bambini di oggi si cimentano, in silenziosa gara, con giochi elettronici, viene spontaneo chiedersi: avranno mai giocato a cucòlo, questi bambini? Anche se la descrizione dei giochi è rivolta al passato, in alcuni casi, la risposta risulta affermativa perché i bambini d’oggi giocano anche a rincorrersi, a scalòn e a nascondino”. «Raccogliere, mettere insieme e riordinare i ricordi del tempo felice dell’infanzia è un gesto di assoluto valore», commenta Corrado Vincenzi, sindaco di San Pietro di Morubio, accogliendo con grande soddisfazione questo ulteriore contributo di Lucia Beltrame Menini al racconto delle memorie morubiane per ieri e per domani.
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