Caldiero. San Pieretto trova degli amici per un giusto recupero

di ADRIANA VALLISARI

Le vacanze di Natale hanno portato buone nuove per il recupero dell’antica chiesa di San Pietro in Colle, a Caldiero, eretta su una delle ultime propaggini sudorientali dei Lessini. Ci sono i fondi per dare il via al progetto di risanamento, messa in sicurezza e conservazione dell’edificio in stile romanico risalente al 1145 e intitolato a san Pietro.
Esultano di gioia le volontarie e i volontari del gruppo parrocchiale “Amici di San Pieretto”, che dall’estate del 2017 si sono dati da fare per mobilitare l’opinione pubblica e le istituzioni, oltre che per seguire passo dopo passo la trafila burocratica inerente progetto e autorizzazioni. La pandemia ha complicato ulteriormente il percorso, ma la speranza di sistemare questo antico gioiello, primo nucleo della comunità religiosa caldierese, non è mai venuta meno. Oltre alla raccolta fondi – tuttora aperta – lanciata lo scorso anno tramite la Fondazione della comunità veronese (www.fondazioneveronese.org), la novità più grande riguarda l’arrivo di fondi governativi. «Siamo commosse e grate», dicono all’unisono Gabriella Ambrosini e Ornella Preabianca, le due volontarie che hanno tenuto le fila della procedura. Nei giorni scorsi hanno invitato per un ulteriore sopralluogo il senatore veronese Massimo Ferro, già sindaco di Caldiero, nonché componente della 5ª Commissione permanente in Senato, che si occupa di bilancio. Ed è proprio grazie al parlamentare, che ha preso a cuore la situazione, se arriveranno alla parrocchia di Caldiero 350mila euro finalizzati al restauro. «Proprio quando non sembravano esserci margini per lo stanziamento, sono riuscito a inserire questo intervento fra gli emendamenti alla legge di bilancio per il 2022, approvata lo scorso 30 dicembre – informa Ferro –. Ora dovrà essere emanato il decreto attuativo e poi si potrà procedere con la gara, essendo un finanziamento pubblico; l’auspicio è di poter avviare il cantiere già quest’anno».

A questa somma ingente si aggiungeranno altri 150mila euro messi a disposizione dalla Soprintendenza di Verona; prossimamente i volontari della parrocchia, guidata da don Tiberio Adami, organizzeranno un incontro sul posto anche con il soprintendente Vincenzo Tinè. «I primi interventi da fare, in ordine di priorità, saranno sicuramente la parete est e la zona dell’abside, che si presentano in pessimo stato conservativo, e la parete sud, oggi puntellata esternamente, che va consolidata a partire dalle fondazioni», dicono gli architetti vicentini Gabriele Zorzetto e Angela Blandini di Studio Vetera, che hanno steso il progetto di restauro e consolidamento dopo essersi innamorati per caso della piccola pieve transitando in autostrada, situata poco più a sud.

Crepe e fessurazioni sono visibili a occhio nudo. Visibile, però, è anche la bellezza della chiesa, un tempo ornata di affreschi; per dare un’idea, sono una decina solo quelli dedicati alla Madonna. «Quelli più antichi risalgono al Duecento e sono molto preziosi: raffigurano santa Scolastica, santa Giustina, i volti di san Luca e di san Pietro, e ancora san Pantaleone e san Domenico – sottolinea Ambrosini, che li ha studiati a lungo –. Questa chiesa era fra quelle più dipinte dell’Est Veronese, perché posta in una zona di passaggio, tra la via Postumia e la via Alta Agrovicentino». All’interno sono presenti inoltre delle statue lignee del ’700, come la splendida Madonna del Carmelo, per cui ancora forte è la devozione popolare.