Bio-metano a Ca' del Bue: i sindaci chiedono garanzie
I Comuni di San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio hanno chiesto la valutazione d'impatto ambientale alla Regione
Pronunciare “Ca’ del Bue” a San Giovanni Lupatoto – soprattutto – ma pure a San Martino Buon Albergo e a Zevio genera subito una sottile inquietudine e un’automatica reazione d’allerta. Sebbene all’inizio del 2016 sia stato archiviato l’inceneritore di rifiuti nel sito che sorge nel comune di Verona (si trova però a ridosso dei tre comuni), ora nei tre paesi c’è preoccupazione per il nuovo progetto che Agsm, proprietaria dell’area, intende portare avanti.
La multiutility vuole infatti riconvertire Ca’ del Bue dando vita a un impianto per il trattamento dei rifiuti e la produzione di bio-metano. In pratica, qui verrebbe lavorata la frazione umida dei rifiuti urbani: il processo di trasformazione di 40mila tonnellate annue permetterebbe di ricavare metano, che potrebbe essere poi utilizzato per alimentare i serbatoi di metà dei mezzi dell’Amia.
Questa riconversione green di Ca’ del Bue, oggi (sotto)utilizzato solo per separare i rifiuti scaricati dai camion, costerebbe circa 20 milioni di euro. Ma i sindaci dei tre Comuni vogliono vederci chiaro e chiedono che siano fatte tutte le dovute verifiche per garantire che il nuovo impianto non abbia ricadute negative sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Per questo, hanno presentato in Regione le proprie osservazioni, chiedendo una nuova Valutazione di impatto ambientale (Via).
Compatti, i tre enti primi cittadini si sono incontrati in riva all’Adige, a ridosso della passerella dell’Enel che collega San Giovanni Lupatoto e San Martino Buon Albergo, a poca distanza dal parco di Pontoncello. Sullo sfondo, i camini di Ca’ del Bue, a ricordo della battaglia portata avanti dalle diverse amministrazioni che si sono succedute negli anni.
«C’è soddisfazione per l’abbandono della progettualità della riattivazione dell’inceneritore da parte di Agsm, d’altra parte però abbiamo un nuovo progetto – rileva il sindaco lupatotino Attilio Gastaldello –. Ben vengano degli impianti di riciclo che trasformano il rifiuto in risorsa, come può essere un impianto di produzione di bio-metano, una forma di smaltimento intelligente; sappiamo che Agsm ha dei tempi stretti per arrivare ad avviarlo, in modo da non perdere i contributi statali, però questo non significa che non ci debba essere un’attenzione massima da parte nostra».
Ecco perché sono state inviate tre delibere di giunta identiche a Venezia. «Domandiamo con forza che vengano fatti tutti i controlli preliminari per non trovarci sgradite sorprese – aggiunge il sindaco di Zevio, Diego Ruzza –. Chiediamo di passare attraverso la Via per avere dati certi, che ci permettano di capire se ci sono ricadute negative in termini di emissioni di atmosfera». Si richiedono pure delucidazioni su possibili odori derivanti dal trattamento, anche se sulla carta Agsm garantisce che non ci saranno, perché tutti i sacchetti verranno pretrattati in un apposito impianto; ciò che uscirà dal digestore dopo la produzione del metano, invece, sarà un fango pulito destinato agli impianti di compostaggio.
C’è poi un ulteriore aspetto da valutare, non secondario. A preoccupare il sindaco di San Martino Buon Albergo Franco De Santi sono le ripercussioni sul traffico veicolare. «Con l’impianto a regime sono previsti 300-400 passaggi di camion al giorno: ora per accedere a Ca’ del Bue c’è un’entrata dedicata, ma non un’uscita – osserva –. Tutta la questione viaria si scaricherebbe su San Martino e andrebbe a intasare ulteriormente le complanari e la tangenziale, senza contare che in prospettiva avremo anche i lavori per la Tav. Chiediamo perciò che venga studiata una viabilità alternativa con un sovrappasso di fronte a Ca’ del Bue: auspichiamo venga fatto».
Tocca ora alla Regione dare una risposta alle richieste dei tre sindaci. Solo allora si capirà se, come e quando il nuovo impianto tecnologico – Agsm auspica di averlo pronto per la metà del prossimo anno – entrerà in funzione.
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