A Bosco Chiesanuova l'aria dei Lessini fa crescere il dono del sangue
di REDAZIONE
Premiati i donatori della sezione Fidas Verona: riconoscimenti speciali ai tre fratelli Zanini e alla famiglia Leso
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Sarà l'aria della Lessinia, sarà la forza delle tradizioni che si tramandano in famiglia. Fatto sta che nel comune di Bosco Chiesanuova, in Lessinia, c'è una particolare concentrazione di donatori di sangue che passano il testimone dai genitori ai figli.
Lo testimoniano le premiazioni organizzate dalla locale sezione di Fidas Verona, che hanno riconosciuto ben 118 donatori di sangue e plasma associati alla sezione per il loro gesto altruista.
I fratelli Zanini di Lughezzano (foto sopra) hanno collezionato ben 291 donazioni in tre: Claudio (49 anni) finora ne ha fatte 104, Diego (41 anni) 105 e Loredana (48 anni) 82. «Ho iniziato a donare nel 1992, accompagnato da Daniele Daldosso, un cugino di mia mamma, e negli anni ho coinvolto i miei fratelli, impegnandomi nella promozione del dono all’interno dei direttivi della sezione di Bosco», spiega Claudio Zanini, attuale presidente della sezione Fidas Verona di Bosco Chiesanuova. «È stato Claudio a darci l’esempio – evidenzia la sorella Loredana Zanini –. Abbiamo sempre respirato l’aria del volontariato nella nostra famiglia, molto inserita nelle attività parrocchiali: a me è venuto naturale provare a donare e sono rimasta ferma solo per la gravidanza». «Anch’io ho cominciato appena maggiorenne, conscio che il dono del sangue è un gesto prezioso che può salvare una vita – aggiunge Diego Zanini –. Sono orgoglioso di aver raggiunto questo traguardo con i miei fratelli: speriamo che il nostro gesto possa essere d’esempio per molti altri». Tutti e tre, negli anni, hanno partecipato con diversi ruoli al consiglio direttivo della locale sezione di Fidas Verona.
Un altro record spetta alla famiglia Leso di Bosco Chiesanuova (nella foto in basso), per cui il dono è davvero una tradizione domestica. Sulla scia dell’esempio dei nonni Maria Morandini ed Egidio Leso, dello zio Giulio Leso e soprattutto del papà Giuseppe Leso, le sorelle Samanta (23 anni), Erika (22 anni) e Natasha (19 anni) sono delle entusiaste testimonial del dono. «Se avessimo potuto, avremmo iniziato anche prima dei 18 anni!», esclamano all’unisono.
«Fin da piccole capitava che accompagnassimo nostro papà al Centro trasfusionale, aspettandolo in sala d’attesa con la mamma: siamo cresciute sentendo parlare dell’importanza del dono, ecco perché questa è stata una scelta naturale», sottolinea Samanta Leso, che si è iscritta pure al registro di donatori di midollo osseo.
Adesso al Centro trasfusionale, insieme a papà Giuseppe, entrano anche le piccole di casa. «Vado fiera di quello che sto facendo, lo rifarei altre mille volte: donare è stata la scelta più bella che potessi fare, appena diventata maggiorenne – aggiunge Erika Leso –. Ascoltando i racconti dei nonni, di mio papà e di mio zio ho capito che donare significa dare una seconda possibilità a centinaia di persone, permettendo loro di vivere ancora per tanto tempo: è una decisione molto semplice, basta esserne consapevoli e farla con il cuore».
Molto convinta è anche la minore delle tre sorelle, Natasha Leso, tanto da iscriversi pure al registro di donatori di midollo osseo e ad aver già detto “sì” a un’eventuale donazione di organi. «Pochi giorni dopo il mio 18esimo compleanno ho fatto la visita di idoneità: quando ho detto al dottore che volevo donare il più possibile, era stupito e contento allo stesso tempo – ricorda sorridendo –. Sento il bisogno di fare qualcosa per aiutare gli altri e mi auguro che tanti giovani scelgano di donare, perché farlo non costa niente e riempie di gioia».
Entusiasta e giustamente orgoglioso è papà Giuseppe Leso, che ha cominciato a tendere il braccio nel 1987 ed è già a 128 donazioni all’attivo. «Sono figlio di meravigliosi genitori, entrambi donatori, che con la loro semplicità e testimonianza hanno costruito in figli e nipoti un solido pensiero di condivisione – dice –. Loro tornavano a casa dal Centro trasfusionale con una tavoletta di cioccolato, che non veniva mai consumata singolarmente, ma tutt’insieme: era bello condividerla, come il nostro sangue; questa, del cioccolato e del dono, è diventata una tradizione che condivido con le mie figlie».
Si complimenta con i donatori della Lessinia la presidente provinciale di Fidas Verona, Chiara Donadelli. «Queste testimonianze sono il più bel messaggio di amore per il dono che potessimo ricevere e di cui siamo davvero grati – commenta –. Fidas Verona raduna oltre 11mila donatori in 79 sezioni: dietro ai numeri però ci sono sempre persone straordinarie e l’esempio delle famiglie Zanini e Leso è qui a ricordarcelo».
Quali sono i requisiti per donare sangue e plasma? Occorre pesare almeno 50 kg e avere tra i 18 e i 65 anni. Per prenotare la prima visita basta telefonare al numero verde gratuito 800.310.611 (da fisso), allo 0442.622867 (per chiamate da cellulare), al 339.3607451 (cellulare per telefonate/sms) o inviare una mail aprenota.trasfusionale@aulss9.veneto.it. Per informazioni: www.fidasverona.it.
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