Negrar. 150º anniversario di consacrazione della chiesa
Centocinquant’anni dalla consacrazione della chiesa parrocchiale. Per festeggiare questo storico anniversario la parrocchia di Negrar ospita il Vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, che presiede la Santa Messa delle ore 18.30
Come spiega il parroco, don Luca Masin, è un appuntamento a cui è invitata l’intera comunità, perché «coincide con l’apertura dell’anno pastorale e sarà affidato il mandato ai catechisti e agli animatori». Assieme a lui e a mons. Zenti, a concelebrare l’Eucaristia ci saranno i curati don Luca Zamboni e don Pablino Ferreira – paraguaiano impegnato negli studi di Dogmatica – e don Placide Youlou, congolese alle prese con studi di Liturgia. Un traguardo importante per una comunità tra le più antiche della diocesi, ma assolutamente viva e dinamica, come testimoniato dal parroco: «Cerchiamo di improntare l’annuncio del Vangelo secondo modalità nuove, con il percorso adolescenti, il percorso Friends, le Cene Alfa, il cammino dei 10 Comandamenti. Nella cappella, poi, abbiamo l’adorazione tutti i giorni dalle 8 alle 20, mentre il primo giovedì del mese c’è sempre la worship, l’adorazione cantata animata dai giovani e molto partecipata». Molte sono le persone che prestano servizio nella parrocchia, anche nel tenere vivo e aperto il centro parrocchiale, attraverso il circolo Noi. Ecco perché la celebrazione dell’anniversario di consacrazione della chiesa diventa un’occasione per fare memoria della propria storia, per recuperare un’identità, la consapevolezza delle proprie origini e del cammino svolto nell’arco dei secoli. La consacrazione dell’attuale chiesa di San Martino di Tours risale infatti al 10 ottobre 1869, ma secondo le più antiche attestazioni in quello stesso luogo un tempio era presente già attorno all’anno mille. Pare sia stato distrutto da un terremoto (probabilmente quello del 1117 che rase al suolo gran parte di Verona), ma prontamente ricostruito assieme al campanile. L’edificio era una delle tre pievi della Valpolicella, assieme a San Floriano e San Giorgio; di quella costruzione oggi rimane integra solo la torre campanaria che riporta sul lato meridionale la “Carta lapidaria”, una lunga iscrizione scolpita nel 1166. Risale invece ai primi anni del 1800 il completo rifacimento della chiesa adottando quello stile neoclassico che ancora oggi la contraddistingue. L’esigenza di rinnovare il luogo di culto è una conseguenza dello sviluppo del paese, che assume il ruolo di riferimento per l’intera vallata. Così nel 1807, con l’autorizzazione del prefetto del Dipartimento dell’Adige, prendono il via i lavori. Nell’arco di pochi anni il tempio è completamente fruibile dai negraresi, mentre passano quasi sessant’anni prima della consacrazione. La chiesa è ancora oggi in perfette condizioni, merito anche dei restauri effettuati negli ultimi decenni dai parroci che si sono succeduti. Tra le diverse opere degne di nota, spicca la Natività cinquecentesca attribuita al pittore Francesco Caroto, mentre in uno degli altari laterali sono stati collocati recentemente il dipinto e la reliquia di san Giovanni Paolo II, donati dal cardinale Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, nel 2017, a ricordo della visita papale avvenuta nel 1988. La stessa unità pastorale che gradualmente sta prendendo forma – e che coinvolge le parrocchie di Fane, Prun, Torbe, Mazzano, Santa Maria in Progno, Arbizzano, Pedemonte e Castelrotto – porterà il nome del Santo polacco, anche per ricordare quell’avvenimento.