Il percorso della Via Crucis nel ricordo di Riccardo Petrelli
di MARTA BICEGO
È stata collocata accanto alla parrocchiale di Bosco Chiesanuova
di MARTA BICEGO
Riccardo amava disegnare. E amava la Lessinia, in particolare Bosco Chiesanuova dove ha trascorso anni felici, fin dalla giovinezza. Scaturisce da questo autentico amore il dono che i genitori di Riccardo, Barbara Bombonato e Raoul Petrelli assieme al figlio Federico, hanno voluto fare alla parrocchia di San Benedetto e San Tommaso Apostolo di Bosco Chiesanuova. Un percorso della Via Crucis scandito da 14 formelle in bronzo, che ha trovato spazio sul lato sinistro della chiesa, posato su un ritaglio di giardino abbellito da piante e fiori rossi. Un angolo di raccoglimento e preghiera ritrovato, a pochi passi dalla piazza del paese che ormai per la stagione estiva inizia a essere popolata di villeggianti, con i bambini che si rincorrono davanti al sagrato.
Le stesse formelle, ideate dall’artista veronese Alessandro Mutto, «in formato più grande, sono state poste sulla Via Dolorosa a Gerusalemme dopo essere state benedette da papa Francesco in Vaticano», spiega Barbara. Era il 21 settembre 2019, anno che purtroppo per la famiglia Petrelli coincide con un evento ancora difficile da descrivere: la morte di Riccardo, avvenuta il 17 novembre. «Era stato vittima di un brutto incidente stradale quando aveva appena 12 anni, fu investito mentre andava a scuola. Sono seguiti anni di visite, di interventi, di cure, di convalescenza. Poi quando sembrava andasse tutto bene ed eravamo finalmente felici, purtroppo nostro figlio è venuto a mancare per un malore», racconta la mamma.
Subito dopo rievoca due decenni di fatiche che adesso trovano luce e sintesi nell’installazione che ripercorre un cammino altrettanto doloroso ma, insieme, attestazione di speranza. «“Io qui mi rilasso e sto bene”, ci diceva ogni volta che venivamo a Bosco. Per questo abbiamo deciso di creare questo spazio in cui le persone possano fermarsi e meditare in un momento di preghiera», continua Barbara.
Riccardo era appassionato di basket, che aveva praticato prima del terribile incidente; sul parquet era ritornato – da arbitro, da addetto alla sicurezza durante le partite della Tezenis, da ufficiale di campo – grazie a quella tenacia che lo aveva spinto a rimettersi in gioco. Nello sport come nella vita. Tanti amici, nel pomeriggio di sabato 1° luglio, sono intervenuti alla semplice ma sentita cerimonia che si è tenuta per suggellare il gesto, seguita dalla Messa celebrata nella parrocchiale. Con la benedizione del parroco, don Lucio Benedetti, che nel ringraziare la famiglia per il dono ha richiamato alla mente (e nei cuori) il legame profondo che ora ancor più unisce Verona, la Terra Santa e la città di Betlemme. La Via Crucis diventa, nelle parole di don Lucio, un monito a illuminare nel quotidiano la fede: «Gesù Cristo non si è tirato indietro, ha proseguito il suo cammino, la missione affidatagli dal Padre di guadagnarci la salvezza».
Dio continua a starci accanto «per garantire che la nostra sofferenza non è mai solitaria. Che Lui è lì ad assicurarci che l’ultima parola sulla nostra vita non sarà il male ma la salvezza, la pienezza, la pace. Ricordiamo questo stile di Dio, la via che il Signore percorre ogni giorno stando accanto agli uomini e alle donne che soffrono», conclude il sacerdote. «Lui è sempre tra noi», confessa papà Raoul, riassumendo in poche parole un affetto che non si potrà mai affievolire. Riccardo è con la sua famiglia. E ora è lì, a Bosco Chiesanuova. La sua immagine è incisa sulla targa in marmo che introduce al percorso della Via Crucis. Ha una matita in mano, è concentrato sul disegno che sta abbozzando, con la forza di quell’amore che guidava ogni suo tratto sul foglio di carta. Accenna un sorriso, timido ma al tempo stesso sincero: lo stesso con cui tutti lo vogliono ricordare.
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