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La Natività... in miniatura

Esposti alla Biblioteca Capitolare antichi testi che illustrano la nascita di Gesù

Parole chiave: Biblioteca Capitolare (16), Natività (9), Cultura (30)
La Natività... in miniatura

Tra i 1.200 manoscritti e i quasi 300 incunaboli in essa ospitati, la biblioteca più antica al mondo non poteva non conservare rarità anche sul tema del Natale. Come quelle eccezionalmente esposte durante la festività dell’Immacolata, su iniziativa della stessa Biblioteca Capitolare e della Fondazione Discanto: una selezione di otto corali miniati e libri a stampa dal XV al XIX secolo, introdotti dal corale su pergamena illustrato proprio dall’episodio del Vangelo che “apre” il Natale: l’Annunciazione. Una miniatura posta a incipit delle orazioni da intonare nella Liturgia delle ore, ancora annotate con quadratini detti neumi (precedenti alle note).
Quasi abbagliante, per la ricca presenza di ornamenti dorati, la copia di corale graduale (appartenente a un decennio successivo, 1370 circa), così detto in quanto adoperato durante la Messa, e pertanto esposto anche alla vista dei fedeli, il quale attraverso una miniatura di Altichiero da Zevio narra la Natività riportata nel Vangelo di Luca, con Maria a braccia conserte, in adorazione del Bambinello, da una parte, e Giuseppe dormiente dall’altra (il sogno è elemento ricorrente utilizzato da Dio per comunicare con alcuni personaggi). Ancorché nell’immagine figurino pure il bue e l’asinello, che in realtà sono assenti nella scrittura di Luca, e che rinveniamo solo nei vangeli apocrifi.
In un’altra pagina del medesimo corale si rappresenta l’adorazione dei Magi, dal Vangelo di Matteo, qui rappresentati in abiti di fattezza molto curata, fino a farli assomigliare a veri principi del 1300. Il numero tre, hanno spiegato le guide, «è legato a una leggenda e ha piuttosto una valenza simbolica, in quanto riferito ai doni effettivamente portati da questi sapienti di provenienza orientale: l’oro, l’incenso e la mirra». Altro segno oggetto di lunga discussione è la presenza della stella cometa, «particolarmente cara ai miniaturisti dell’epoca in quanto proprio attorno al 1301 fa la sua comparsa nel cielo la famosa Cometa di Halley, non a caso riprodotta anche da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, ma gli studiosi sono ormai tutti concordi nell’affermare, secondo i calcoli effettuati, che nell’anno zero non potesse essere passata da Betlemme».
Dai codici ai preziosi libri a stampa, come il testo miniato proveniente da Parigi datato ai primi del XVI secolo. Un gioiellino contenente una raccolta di preghiere mariane, con i margini interni miniati con fregi e numerose figure in oro e a colori stese sull’intera pagina (per lo più soggetti di carattere religioso), testimone del passaggio dai manoscritti ai testi a stampa. Dove a cambiare sono anche le tecniche di illustrazione, dalla xilografia (usata fino alla metà del XV secolo) alla calcografia, di cui è stato esposto un elegante messale del 1716.

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