Il volto austero della pittura nella mostra di Mario Sironi
A palazzo Scarpa, sede del Banco Bpm, fino al 13 settembre omaggio all'artista di spicco della figurazione del Novecento
L’artista pubblico e impegnato, il cui lato creativo si esprime in bozzetti e cartoni per pezzi monumentali, commissionati dallo Stato negli anni Trenta; e l’artista nella sua sfera privata con opere da cavalletto, disegni, schizzi, tavole per illustrazioni. Si muove verso queste due direzioni la mostra Il volto austero della pittura: omaggio all’arte di Mario Sironi (Sassari, 1885 - Milano, 1961), artista di spicco della figurazione del Novecento.
Partita da Bergamo, ha raggiunto Verona la rassegna visitabile fino al 13 settembre nella sede del Banco Bpm a palazzo Scarpa; proseguirà tra ottobre e novembre nell’edificio di piazza Meda, a Milano, lì dove nel 1996 l’istituto bancario espose la propria collezione di opere del precursore dell’arte informale.
Filo conduttore dei tre eventi promossi in collaborazione con l’Associazione Sironi di Milano è infatti il corpus artistico acquisito, all’inizio degli anni Settanta, dalla Banca popolare di Milano: dodici lavori di medio formato a cui se ne aggiunsero, nel 2008, ulteriori tre di notevoli dimensioni. Il percorso espositivo adattato agli spazi del palazzo che si affaccia su piazza Nogara è arricchito da opere inedite provenienti da raccolte pubbliche e private: un ventaglio di figure, paesaggi, composizioni che trovano espressione su tempere, carboncino, oli e tecniche miste su tela oppure su carta riportata sulla tela.
«Questa occasione permette al pubblico di approfondire la conoscenza o di ravvivare la memoria di un grande artista che – a causa delle implicazioni con il regime fascista – dopo la conclusione della seconda guerra mondiale subì un periodo di offuscamento della sua opera e della sua persona, che si protrasse almeno fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1961», ha premesso Angelo Piazzoli, vicepresidente e segretario generale della Fondazione credito bergamasco, curatore dell’esposizione assieme a Paola Silvia Ubiali.
La riabilitazione della grandezza artistica di Mario Sironi avvenne negli anni Ottanta e fu foriera di approfondimenti scientifici ed allestimenti antologici. Tappe della parabola di un uomo e artista che si formò a Roma nell’atelier del divisionista Giacomo Balla; che intrecciò legami col Futurismo di Umberto Boccioni e Filippo Tommaso Marinetti; che dal 1921 alla fine del conflitto realizzò illustrazioni satiriche per il quotidiano Il Popolo d’Italia e La Rivista illustrata del Popolo d’Italia; che fu tra i fondatori del movimento Novecento coordinato dalla collezionista Margherita Sarfatti. E che dal 1943, con il crollo del regime fascista e l’interruzione delle commissioni pubbliche, si dedicò alle scenografie teatrali e riprese a lavorare dal cavalletto. Paesaggi di città si affiancano a visioni di periferie in una pittura violenta su partiture a registri sovrapposti: espressione di disagio e angoscia esistenziale, di isolamento dalla scena dell’arte.
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