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Vivere la “Convivialità delle differenze”, un viaggio di giovani a Castel Volturno

Un gruppo di giovani della diocesi di Verona, ha intrapreso un viaggio di solidarietà e scoperta organizzato dal Centro di Pastorale Immigrati e Missio Giovani CPAG Verona

Vivere la “Convivialità delle differenze”, un viaggio di giovani a Castel Volturno

Alla fine di luglio, un gruppo di giovani della diocesi di Verona, ha intrapreso un viaggio di solidarietà e scoperta organizzato dal Centro di Pastorale Immigrati e Missio Giovani CPAG Verona. Accompagnati dal diacono Giuseppe Fiorio, e dalla moglie Elena i giovani hanno partecipato a un campo di lavoro e di testimonianze presso i Missionari Comboniani a Castel Volturno, ospitati all’interno del centro di accoglienza per immigrati Fernandes della diocesi di Caserta e Capua. Questo viaggio si è rivelato un'esperienza profonda e trasformativa, permettendo ai partecipanti di immergersi in una realtà complessa ma con tanto da raccontare.
Sotto la guida di p. Daniele Moschetti e p. Filippo Ivardi Ganapini, i giovani hanno esplorato un territorio segnato da sfide significative. Castel Volturno è un Comune nel casertano dove nel giro di alcuni decenni è passato ad essere da una località di circa 3000 abitanti fondata sul lavoro agricolo e l’allevamento delle bufale per la produzione della mozzarella ad una cittadina di oltre 40.000 abitanti di cui la metà sono immigrati, provenienti da 92 paesi diversi in prevalenza dalla Nigeria e dal Ghana. È stata una immersione profonda dentro una realtà unica a livello italiano ed europeo per essere diventata nel corso degli ultimi decenni un enclave di tante sfide globali. Dalla disuguaglianze sociali ai dissesti ambientali, dall’abusivismo edilizio alla malavita organizzata come la camorra, dal traffico di droga alla prostituzione, dal forte tasso di immigrazione allo sfruttamento lavorativo fino al fenomeno della tratta delle donne caratterizzano l'area, creando un contesto difficile, soprattutto per la comunità africana presente da anni. Nonostante queste difficoltà, i missionari Comboniani portano avanti la loro missione con dedizione, basandosi sui valori cristiani di amore verso il prossimo, accoglienza, aiuto e promozione della pace.
L'associazione "Black and White", fondata dai missionari Comboniani nel quartiere di Destra Volturno, incarna questi valori attraverso iniziative concrete. Negli anni, l'associazione ha sviluppato vari progetti per sostenere la comunità locale: un asilo per bambini che supporta le madri lavoratrici, corsi di italiano per l'integrazione linguistica, dopo scuola e attività di sensibilizzazione e ricreative che coinvolgono soprattutto i ragazzi ma anche persone di tutte le età.
Tuttavia, l'impegno dei Comboniani va oltre, organizzano momenti di testimonianza che danno voce a storie di coraggio e resistenza. Un esempio toccante è quello di una madre palestinese, giunta in Italia grazie all'associazione "Palestine Children’s Relief Fund" ed attualmente vive al centro Fernandes con i suoi 4 figli. Fuggita dai bombardamenti israeliani nel nord di Gaza, ha dato alla luce il suo bambino prematuro e senza anestesia, nato con gravi problemi di salute. La sua storia è una testimonianza di sofferenza, ma anche di speranza e determinazione.
Un altro momento significativo è stata la testimonianza di Augusto Di Meo, amico e testimone oculare dell’omicidio di Don Giuseppe Diana. Don Diana, ucciso dalla camorra il giorno di San Giuseppe del 1994, è ricordato come un uomo di grande bontà e portatore del messaggio di Dio. Le sue parole di giustizia e fede continuano a ispirare chi lotta contro ogni forma di prepotenza ed ingiustizia in un territorio dove la cultura camorristica trova profonde radici. Tante altre testimonianze di storie e di viaggi impossibili come Evans, un giovane proveniente dal Ghana, arrivato in Italia dopo un viaggio estremo durato tre anni.
Durante la loro permanenza, i giovani veronesi hanno offerto il loro aiuto in vari lavori pratici, come tinteggiatura, la pulizia delle spiagge e delle rive del fiume Volturno, degli orti, alle serate di gioco e di animazione con i giovani immigrati. Anche la condivisione dei pasti con persone con gli “ospiti” del centro Fernandes hanno permesso di creare momenti di incontro e vivere relazioni fraterne. Un piccolo contributo che ha permesso ai partecipanti di comprendere e rafforzare l’importanza del servizio e dell’impegno verso la comunità, fondamentale per accrescere il proprio bagaglio valoriale e ambire alla costruzione di una società più giusta e solidale.

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