Qui Val d’Illasi, la carità tra case, lavoro e market
di REDAZIONE
Uniti nel dono: vi presentiamo questo articolato progetto di sostegno a chi chiede un aiuto
di REDAZIONE
Parte dalla parrocchia di Tregnago un progetto di solidarietà e carità che coinvolge decine di volontari, di famiglie e un’intera unità pastorale che va da Illasi a Selva di Progno. Il parroco di Tregnago, don Nicola Giacomi, ci racconta questa bellissima esperienza di fede e carità, partita da «un’intuizione spirituale», come la definisce lui stesso. «È partito tutto dal nostro vescovo, mons. Zenti, che ci chiede sempre di prenderci cura dei poveri e, come Chiesa, di essere attenti ai segni dello Spirito. Noi come cristiani siamo segni di speranza e la morte non può mai avere l’ultima parola. E quando parlo di morte, intendo anche sconfitta, problemi gravi, pandemia stessa. E così siamo partiti dalle basi. Come unità pastorale abbiamo deciso di puntare su tre punti cardine: liturgia, catechesi, carità. Per ogni cristiano e per ogni parrocchia della zona, dedicando un terzo a ciascuna di queste tre dimensioni».
– Tre cardini che necessitano di molte energie...
«E che reputo indispensabili e meravigliosi. Accanto alla vita parrocchiale e pastorale, non poteva mancare quella della carità. La preghiera e la Provvidenza in questi mesi mi hanno messo davanti a segni che ci hanno permesso di mettere in piedi determinati progetti in ciascuno di questi ambiti».
– Vorremmo soffermarci sul tema della carità. Come l’avete vissuto?
«È uno dei tre pilastri che sostiene le nostre comunità. Siamo partiti con la sensibilizzazione sul territorio, coinvolgendo volontari e persone di tutte le età. Su suggerimento degli organi diocesani, abbiamo organizzato una formazione per circa 90 volontari. Da lì è nato dapprima un Centro di ascolto, con i volontari che sono stati formati da Caritas diocesana. Centro di ascolto che poi si concretizza in tre progetti, il primo dei quali è rappresentato dagli Angeli custodi».
– Cosa intende?
«Ogni persona che ci prendiamo a cuore ha tre o quattro volontari, che definiamo appunto Angeli custodi, che si prendono cura di lei. Questo non per creare assistenzialismo, ma perché ogni povero si senta parte integrante della comunità».
– Gli altri due progetti?
«Abbiamo istituito in parrocchia a Cogollo un supermercato solidale, la “Bottega della carità”, dove le famiglie più bisognose possono recarsi una volta a settimana perfare una vera e propria spesa con i prodotti che settimanalmente ci vengono donati dalla Provvidenza. Il terzo progetto invece si chiama “Casa Carità” ed è legato alla dimensione abitativa. Oggi abbiamo già 16 nuclei familiari ospitati in diversi appartamenti sul territorio e noi come parrocchia di Tregnago facciamo da garanti per gli affitti con i proprietari. Inoltre siamo in trattativa per quattro appartamenti, sempre per famiglie bisognose. Ovviamente queste famiglie sono seguite dagli Angeli custodi, mentre l’arredo e la manutenzione avviene grazie ad un altro gruppo di volontari, il Gruppo operativo».
– Un progetto di carità a 360 gradi...
«Ma ci tengo a sottolineare che il centro di tutto è la persona, proprio come diceva madre Teresa: “In ogni povero c’è il volto di Gesù”. Ogni persona non è un caso da risolvere, ma è una palestra per poter capire come aiutare in futuro altre persone. Il nostro presupposto di partenza è che non c’è alcun problema che non possa essere risolto».
– E come risponde la società civile a questi progetti?
«Come Chiesa non vogliamo sostituire gli enti sociali, anzi collaboriamo. L’inten- to come parrocchia è dare il tempo, nell’urgenza, al Comune di trovare soluzioni per le persone che ne hanno bisogno. Ecco perché i progetti abitativi intorno ad ogni famiglia vengono rivalutati ogni sei mesi, con veri patti di corresponsabilità con le persone ospitate».
– E il futuro?
«Abbiamo formato un’équipe di professionisti volontari, composta tra gli altri da un avvocato, una psicologa, un ex imprenditore, che oggi si stanno prendendo cura di determinate esigenze e necessità in collaborazione con il Centro di ascolto. Ma da settembre, grazie a loro e ad altri enti sul territorio, partirà un quarto progetto: “Lavoro e carità”, con il quale vogliamo creare una sorte di contratti di apprendistato lavorativo per le persone che seguiamo. E come og- gi noi facciamo da garanti sul tema casa, da settembre lo faremo anche con varie aziende del territorio sul tema lavorativo».
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento