Don Riccardo Bodini di Dossobuono
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta dei 7 nuovi sacerdoti ordinati dal vescovo Giuseppe Zenti il 22 maggio 2021
di DON RICCARDO BODINI
Sono don Riccardo Bodini, originario di Dossobuono e ho 27 anni. Arrivo con tanta gioia e gratitudine a ricevere il grande dono del presbiterato. Sono entrato in Seminario nel 2014 mentre ero iscritto a Giurisprudenza. In quell’anno sono stato attratto dalla storia di san Francesco d’Assisi, in particolar modo dalle parole che il Crocifisso di San Damiamo gli rivolse: «Francesco, vai e ripara la mia casa che come vedi è in rovina». Dopo alcuni mesi di grande indecisione e lotta interiore ho percepito grande pace nell’accogliere l’invito del Risorto a intraprendere un cammino che mai avrei pensato per la mia vita e che mi ha portato ad entrare nella famiglia del Seminario.
Ripensando al cammino compiuto fin qui emergono tre parole che fanno da sintesi: incontrare, scegliere e generare. Il primo passo per me è stato quello di aver incontrato la presenza di Dio nella vita di uomini e donne che affiancavano i miei passi: la famiglia, gli amici, i compagni di università. Giorno dopo giorno era sempre più nitido come il Signore ci chiama nella quotidianità, dove sono già presenti tutte le cellule germinali di ciò che chiamiamo vocazione, cioè quella missione personale che invita ad essere testimoni di Dio e custodi dei fratelli.
Tuttavia non è stato sufficiente solo l’incontrare; nel mio cammino infatti decisive sono state anche le scelte: entrare in Casa San Giovanni, proseguire nella comunità del Seminario maggiore, accogliere le numerose e preziose esperienze che ho vissuto in questi anni, rinunciare ad altre possibilità. Una volta che si incontra un desiderio, un orizzonte per cui vale la pena lasciare tutto, il resto non è già fatto e pronto, ma ogni giorno siamo chiamati a ripetere il nostro sì. In fondo è questo il più grande esercizio a cui il Seminario mi ha iniziato: scegliere ogni giorno il Signore Gesù e scoprire la sua presenza viva in ogni evento. Non è facile e spesso sono piccoli sì che pronunciamo nel profondo del nostro cuore senza tanti applausi o riflettori, ma giorno dopo giorno emergono una pace e una serenità che non sono frutto solo delle nostre capacità, bensì della sinergia tra l’azione del Signore e la nostra personale risposta.
Ogni incontro e ogni scelta non risultano essere però fini a sé stessi, ma sono sempre un invito a generare nella terra degli uomini i semi del Regno. Forse è questo ciò che più mi ha attratto ed entusiasmato in questi anni. La nostra vita è chiamata a fecondare e generare. In questo senso ho intuito che la chiamata al presbiterato poteva essere autentica e vera per me, perché in questo cammino emergevano tante possibilità di generare e rilanciare storie, vite e comunità. «Francesco, vai e ripara la mia casa che come vedi è in rovina». Ancora oggi sono forti queste parole nel mio cuore. Spesso ci si lamenta che la Chiesa sia vecchia e ripetitiva, tuttavia vale la pena spendere l’unica vita che il Signore ci ha donato per servirla e custodirla, incontrando in essa fratelli e sorelle che ogni giorno affiancano i miei passi e mi invitano ad alzare lo sguardo per camminare con gioia verso la meta: il Risorto.
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