Primo Piano. Fiato alle trombe, parte la stagione lirica
Venerdì 22 giugno con Carmen è iniziata la 96ª stagione areniana con un nuovo, atteso allestimento
Gli acuti di Carmen per risvegliare Verona
Saranno le note di Carmen a inaugurare, questo venerdì 22 giugno, la 96a stagione lirica all’Arena di Verona. Con un allestimento inedito firmato dal regista, scenografo e costumista argentino Hugo de Ana. E con un parterre delle grandi occasioni ad ascoltare da gradinate e platea il primo gong del cartellone 2018, con date dal 22 giugno al 1o settembre.
Tra gli arcovoli si respira aria di attesa, più intensa di quella che precede un qualsiasi debutto. Sebbene la macchina organizzativa abbia ormai gli ingranaggi ben oleati, che non si sono lasciati arrugginire dalle difficoltà economiche e dal successivo commissariamento della Fondazione Arena, è come se si trattasse di una ripartenza. Con davanti l’ennesima estate di spettacoli da affrontare, mentre il nuovo soprintendente e direttore artistico, il soprano Cecilia Gasdia, stringe le redini dell’anfiteatro romano indicando la direzione da seguire.
Il via si preannuncia con effetto a sorpresa, giocando subito la carta di uno dei titoli più amati (dopo l’intramontabile Aida) dal pubblico areniano. L’opéra-comique in quattro atti, su musica di Georges Bizet e libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, ambientata a Siviglia e famosa per il dirompente carisma della sua protagonista, Carmen, sigaraia dal sangue gitano alla ricerca di emancipazione e libertà. Una vicenda che il regista di Buenos Aires ha deciso di liberare dai cliché variopinti e folkloristici, riportandola negli anni Trenta del Novecento e ponendo l’accento su quello che fu uno dei più famosi casi di femminicidio. Un dramma d’amore e morte che si consuma in un’animata Plaza de Toros, un’arena nell’arena.
Molti i debutti. A partire da quello, sull’ambito podio dell’anfiteatro veronese, del giovane direttore Francesco Ivan Ciampa chiamato a guidare musicalmente grandissimi cantanti della ribalta internazionale. Tante le giovani voci a cantare per la prima volta in Arena, assieme ad attesi ritorni di nomi prestigiosi che hanno già sperimentato che cosa significa esibirsi nella magica cornice del teatro sotto le stelle.
Come tradizione vuole nel “tempio della lirica”, la sera successiva all’apertura, sabato 23 giugno, va in scena l’opera simbolo della stagione estiva: Aida di Giuseppe Verdi, proposta per sedici date, fino a concludere il festival il 1° settembre. L’imponente allestimento è quello ideato nel 2002 dal genio di Franco Zeffirelli, reso prezioso dagli iconici costumi di Anna Anni e dalle coreografie di Vladimir Vasiliev. Sul podio si alterneranno i direttori Jordi Bernàcer, Daniel Oren e Andrea Battistoni. Per cinque recite, dal 30 giugno al 26 luglio, al programma si aggiunge un’altra opera colossal: Turandot di Giacomo Puccini, proposta ancora una volta nella scenografica produzione del 2010 per regia e scene di Zeffirelli, con i ricercati e preziosi costumi del premio Oscar Emi Wada. Per sei appuntamenti, dal 7 luglio al 18 agosto, il quarto titolo monumentale della stagione estiva è invece Nabucco di Giuseppe Verdi: l’allestimento è del 2017, per regia e costumi di Arnaud Bernard, con Jordi Bernàcer a dirigere il dramma verdiano.
Immancabile è la presenza della danza internazionale col ritorno il 25 luglio, per il quinto anno consecutivo, di Roberto Bolle and Friends: spettacolo studiato e voluto dal ballerino simbolo di quest’arte nel mondo, étoile del Teatro alla Scala di Milano e primo ballerino dell’American Ballet Theatre di New York.
Nell’anno che ricorda i 150 anni dalla scomparsa di Gioachino Rossini, non poteva mancare Il Barbiere di Siviglia proposto in cinque serate, dal 4 al 30 agosto, nel riuscito allestimento creato nel 2007 da de Ana. Per l’occasione Oren e Battistoni guideranno un cast d’eccezione con leggende del repertorio operistico impegnate per la prima volta insieme a scrivere una pagina di storia areniana. Infine, domenica 26 agosto, sarà Verdi Opera Night a coronare la stagione: la serata-evento, omaggio al cigno di Busseto, con una “parata di stelle” diretta da Andrea Battistoni, regia e scene a cura di Stefano Trespidi. Sul palcoscenico, tra suggestive ambientazioni scenografiche e ricercati costumi, si potranno apprezzare gli atti più significativi della trilogia popolare verdiana – Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata – introdotta dalla sinfonia de La Forza del destino interpretata dai danzatori del festival sulla creazione coreografica di Gheorghe Iancu. Sarà una vera “festa dell’opera”, i cui acuti serviranno (si spera) a risvegliare la città di Verona.
Marta Bicego
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