Le sale della comunità proiettano il dopo-Covid
I cinema parrocchiali si attrezzano per accogliere il pubblico in sicurezza e resistono alle restrizioni
Da quanto tempo non andate al cinema? Lo sappiamo e ce lo ripetiamo da marzo: il Covid-19 ha cambiato il nostro modo di vivere e tante abitudini prima consolidate. Compresi i passatempi e lo svago. Anche se non se ne parla molto, gli spettacoli (e l’industria culturale col suo indotto) hanno subìto una notevole batosta col nuovo Coronavirus. Teatri e cinema hanno riaperto dopo il lockdown con stringenti misure di sicurezza, eppure faticano a riempirsi di pubblico, complice la serpeggiante paura del contagio.
C’è però una realtà che ha retto bene all’onda d’urto della pandemia: è quella delle sale della comunità, i cinema-teatri parrocchiali che rappresentano un presidio importante sul territorio. A Verona sono 13 quelle associate al Centro diocesano cinematografico: una dopo l’altra, in queste settimane stanno riprendendo le proiezioni in sicurezza.
Nel 2019 avevano registrato oltre 200mila presenze a Verona e provincia, riempiendo di spettatori le poltrone all’ombra dei campanili. Adesso, invece?
«Tutto sommato non possiamo lamentarci: potendo contare su centinaia di volontari appassionati non abbiamo avuto ammanchi, a differenza delle sale commerciali che devono pagare il personale e sostenere costi fissi molto alti, trovandosi quindi in crisi», constata don Francesco Marini, dal 2018 direttore del Centro diocesano cinematografico e dallo scorso 19 settembre pure responsabile triveneto dell’Acec, l’Associazione cattolica degli esercenti cinema.
Dalla Mignon di Cerea, sala-confetto con un centinaio di posti, fino all’Astra di San Giovanni Lupatoto con 472 sedute, questi cinema si sono attrezzati per adeguare l’offerta alle direttive sanitarie. «Inevitabilmente si sono dimezzati i posti, perché è necessario mantenere un metro di distanza tra gli spettatori: ogni sala perciò si è organizzata al meglio, disponendo le sedute a scacchiera – spiega il giovane parroco, classe 1984, con una laurea in Scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo in tasca –. C’è chi ha optato per mantenere libero un posto sì e uno no, chi invece ha previsto posti doppi per i congiunti, conservando in ogni caso le distanze dagli altri spettatori».
Il diradamento degli ingressi è stato tuttavia compensato dall’aumento delle proiezioni, spalmate su più fasce orarie. «Soprattutto i cineforum hanno tenuto bene: i numeri delle tessere rinnovate sono incoraggianti e dimostrano un apprezzamento della programmazione differenziata proposta dalle nostre sale, che cercano di andare incontro ai gusti del pubblico – conferma don Francesco –. Un po’ più di calo lo registrano le proiezioni domenicali, riflesso del periodo che stiamo vivendo: le sale però sono molto sicure, va ricordato».
Durante la chiusura forzata, da marzo a maggio, si è investito molto sulla formazione dei volontari, con incontri sulle piattaforme digitali. «Loro sono sempre più qualificati, perché già da anni partecipano a corsi sulla sicurezza, ora intensificati con i nuovi protocolli – evidenzia il direttore –. Il Covid-19 ha rafforzato il loro impegno: si occupano della pulizia e della sanificazione di sale, poltrone e servizi igienici con prodotti specifici, controllano il ricircolo dell’aria con appositi filtri, supervisionano sul rispetto delle distanze fisiche. Il tutto per far arrivare lo spettatore al posto – dove, al momento, può levarsi la mascherina – e permettergli di godersi il film sul grande schermo, anziché sul divano di casa.
«Quest’estate le rassegne all’aperto hanno avuto ottimi riscontri – tira le fila il direttore –. Ora il ritorno autunnale in sala deve fare i conti con due aspetti: la fatica del pubblico nel fidarsi a restare qualche ora in un luogo chiuso e la scarsità di film nuovi, perché le case di produzione hanno posticipato le uscite, temendo dei flop al botteghino». La Disney, ad esempio, ha annunciato che il film di Natale Soul non sarà distribuito nei cinema, bensì sulla sua piattaforma in streaming per abbonati: una decisione che inciderà inevitabilmente sulla programmazione. «Per i prossimi mesi staremo a vedere – conclude don Francesco –. Intanto i volontari si stanno impegnando al massimo per mantenere vive queste realtà, che da sempre arricchiscono il nostro tessuto comunitario».
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento