Cala in Veneto la spesa farmaceutica a carico del Ssn
Cala del 2,7% - ovvero di oltre 15,5 milioni di euro - la spesa in regione per l'acquisto di farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale, secondo i dati elaborati e forniti da Federfarma. Diminuisce anche il numero delle ricette e quindi il Veneto si conferma regione virtuosa.
È di oltre 15,5 milioni di euro la contrazione della spesa farmaceutica a carico del Servizio sanitario Veneto nel 2016 (raffronto con il 2015) sul totale annuale di 559,5 milioni di euro. La riduzione che equivale al 2,7% risulta maggiore della media nazionale attestatasi a 2,4% su una spesa pari a 8,5 miliardi di euro.
In calo anche il numero di ricette che l’anno scorso ha sfiorato in Veneto quota 36 milioni con un decremento dell’1,7% contro la media italiana del -1,5%. I dati come sempre sono stati acquisti grazie alle farmacie che quotidianamente li inviano a Federfarma, la quale li ha elaborati e li rende pubblici.
Nelle categorie di farmaci più prescritte a livello nazionale anche nel 2016 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa protonica (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che tuttavia fanno segnare un sensibile calo dei consumi (-5,6% rispetto al 2015). All’interno della categoria dei farmaci antipertensivi diminuisce il ricorso agli ace-inibitori associati ai diuretici e aumenta notevolmente quello ai betabloccanti. Continua la crescita nell’utilizzo di vitamina D (+17,4% rispetto al 2015).
Le farmacie danno un rilevante contributo al contenimento della spesa soprattutto con la diffusione degli equivalenti che per legge il farmacista è tenuto a consigliare al paziente e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN.
«Sembra davvero incredibile che il Veneto, tra le regioni più virtuose d’Italia per quanto riguarda proprio la spesa pubblica farmaceutica, continui a produrre risparmio - afferma Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona -. Il merito va anche ai farmacisti che applicano con convinzione la legge relativa ai farmaci equivalenti secondo la quale il farmacista è obbligato a consigliare i prodotti senza brevetto che presentano i medesimi principi attivi del prodotto “firmato”. Un altro impegno di cui vengono gravati i farmacisti, molto utile ai Ministeri della Sanità nonché dell’Economia e delle Finanze, riguarda l’elaborazione dei dati che oggi presentiamo e che sono frutto dell’invio quotidiano a Federfarma di tutto ciò che riguarda l’utilizzo dei farmaci. Un servizio che tutti i colleghi farmacisti offrono gratuitamente alla collettività e che è necessario per adottare strategie mirate di contenimento. Produrre risparmio significa investire, avere nuove risorse a disposizione che dovrebbero rimanere in seno alla regione in quanto virtuosa».