Il Sacro Cuore si dota di un hospice per terminali e due nuovi mammografi
di MARTA BICEGO
La struttura di ricovero conta dieci stanze con privacy totale
di MARTA BICEGO
L’Irccs di Negrar aggiunge ulteriori tasselli alla cura e presa in carico della persona. Da una parte, l’acquisizione di due mammografi con intelligenza artificiale, unici in Italia, che potenziano ulteriormente la dotazione tecnologica per la diagnosi precoce del tumore del seno. Dall’altra, l’istituzione dell’hospice: una struttura residenziale per i pazienti nella fase terminale della malattia che si inserisce tra le attività del Cancer Center del Sacro Cuore, l’organizzazione grazie alla quale chi è affetto da neoplasia viene preso in carico dalla diagnosi alla cura, dalla riabilitazione alla durata del follow up, fino all’accompagnamento con le cure palliative.
«Siamo felici di intitolare l’hospice a don Luigi Pedrollo, vicario e primo successore di san Giovanni Calabria, i cui tratti caratteristici erano proprio la grande umanità e sensibilità», ha esordito il presidente dell’ospedale della Valpolicella, fr. Gedovar Nazzari, all’inaugurazione che ha avuto tra i presenti al taglio del nastro oltre all’amministratore delegato, Claudio Cracco, anche il presidente veneto Luca Zaia. Quest’ultimo ha ricordato come il Veneto vanti «un modello di privato accreditato, come questo, che condivide con il pubblico un progetto e le sfide che oggi la sanità ci pone. Il privato infatti è l’alter ego del pubblico – ha detto – perché opera per la stessa missione: curare i cittadini. E sottolineo con umanità».
Assistenza e ricerca, professionalità e tecnologie innovative. Sono tappe di un percorso, ha evidenziato Cracco, «che ha portato alla certificazione di Cancer Center da parte della più grande organizzazione europea degli istituti oncologici, Oeci, e l’ingresso nella rete ministeriale Alleanza contro il cancro».
L’hospice, il cui responsabile medico è il dott. Roberto Magarotto, rientra nella Rete di cure palliative dell’Ulss 9 e l’accesso è gestito dalla Centrale operativa territoriale a cui il medico ospedaliero o di medicina generale invia la richiesta di ricovero. È dedicato a pazienti, non necessariamente oncologici, in fase terminale di vita, non più responsivi alle terapie convenzionali, ma che necessitano di cure palliative non erogabili a domicilio, cioè di trattamenti per il controllo dei sintomi e di supporto psicologico e spirituale.
La struttura può essere una sistemazione temporanea nel caso in cui il caregiver (colui, in genere un familiare, che si prende cura del malato) sia momentaneamente impossibilitato ad assistere il congiunto a domicilio o quando si verifica una stabilizzazione di malattia che permette al paziente di ritornare a casa, dopo un periodo di ricovero nella struttura. L’hospice conta 10 stanze al piano terra: mini appartamenti con angolo cottura, tavolo da pranzo, servizi igienici privati, divano-letto; poi spazi comuni, affaccio sul giardino o balcone privato, nel rispetto totale della privacy.
I mammografi sono invece macchine con tomosintesi – la tecnica mammografica digitale riguardo alla quale diversi studi hanno dimostrato la capacità di aumentare il numero dei tumori diagnosticati – e molteplici caratteristiche innovative. Innanzitutto per favorire il comfort della paziente che si sottopone al controllo, grazie a una struttura più ergonomica e a una funzione innovativa di controllo automatico della riduzione della compressione, che allevia il dolore senza alterare la qualità dell’immagine e diminuire l’accuratezza della diagnosi. Ulteriori innovazioni riguardano l’integrazione di procedure diagnostiche e interventistiche eseguite con mezzo di contrasto. Infine, ad aumentare l’accuratezza diagnostica interviene l’intelligenza artificiale, grazie alla quale si ottiene una migliore qualità di immagini, magnificando la visualizzazione di quelle che possono essere alterazioni neoplastiche iniziali e calcificazioni submillimetriche.
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