Senza che appaia un paradosso quel giorno si tinge di bianco
Il 14 marzo si festeggia il white day (giorno bianco). Partito dal Giappone, libera e autorizza a dichiararsi a qualcuno, senza troppo timore ed imbarazzo
Il 14 marzo si festeggia il white day (giorno bianco). Partito dal Giappone, libera e autorizza a dichiararsi a qualcuno, senza troppo timore ed imbarazzo. Legame indissolubile è con il 14 febbraio, festa degli innamorati, dove le ragazze sono invitate a regalare cioccolato scuro (magari fatto a mano) al ragazzo da cui sono affascinate e a cui non hanno mai avuto coraggio di manifestare i propri sentimenti. Il ragazzo aspetta un mese per dare la risposta: se il 14 marzo regala a sua volta un pacchetto di cioccolato – questa volta bianco! – esprime l’accettazione e la corrispondenza di quell’amore. Varianti successive sono state l’opportunità di far pervenire in risposta altri regali (anche biscotti, caramelle, peluche, gioielli) rigorosamente bianchi; la convenzione che il regalo dell’uomo avesse un valore triplo di quello della donna; la possibilità di regalare in quel giorno cioccolato bianco (di differente tipo e confezione) pure agli amici e ai colleghi. Molto recentemente, soprattutto con la diffusione in Occidente, questa data è stata utilizzata anche come (ultima!) occasione per rimediare alla dimenticanza del mese precedente o per rispondere ad una dichiarazione non prevista. È una festa davvero strana e un paradosso perché celebra un giorno di cui non ci sarebbe bisogno se si fossero fatte le cose per bene il mese precedente o se non si fosse bloccati nel sentimento che più chiama ad apertura. E in tutto questo, il bianco appare più che mai adeguato, dal momento che è considerato un colore paradossale: può essere visto come l’assenza di ogni colore o la somma di tutti, segno di vita o – in altre culture – di morte. Cosa dire, a sua volta, del cioccolato, da alcuni chiamato “cibo degli dei” e da altri “spazzatura”? I primi si appellano al fatto che – anche stando alla scienza – ha grandi qualità come antistress, antinfiammatorio, anticoagulante, energizzante, senza contare i benefici che può dare al fegato, alla circolazione sanguigna e alla lotta contro il colesterolo. Da quest’ultimo punto partono anche coloro che ne delineano le problematiche per il cuore e per il peso. Insomma, un immenso e ripetuto paradosso, almeno stando alla definizione del termine secondo il filosofo Mark Sainsbury: “Una conclusione evidentemente inaccettabile, che deriva da premesse evidentemente accettabili per mezzo di un ragionamento evidentemente accettabile”. La loro presenza ci destabilizza e non ci fa stare tranquilli, ma è di vera utilità per lo spirito umano che altrimenti evita volentieri la riflessione, le sorprese della vita e di uscire dall’omologazione. D’altronde Oscar Wilde diceva pubblicamente che “i paradossi sono sempre pericolosi” e poi usava le sue qualità letterarie per proporne continuamente. Per gli esperti, anche “posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni” lo è, perché non avrebbe senso scrivere questa frase se non si fosse convinti che, in fondo, nell’uomo c’è la forza per respingere ogni debolezza e superare ogni costrizione.
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