Gli smemorati scoiattoli la cui imperfezione aiuta la natura
Sui piccoli e grandi schermi ci sono, tra gli altri, Cip e Ciop con i loro continui divertenti piani; e Scrat con la sua nocciolina da cercare per tutta L’era glaciale...
Sui piccoli e grandi schermi ci sono, tra gli altri, Cip e Ciop con i loro continui divertenti piani; e Scrat con la sua nocciolina da cercare per tutta L’era glaciale. Sui giornali ci sono soprattutto quelli che danneggiano le reti elettriche, in particolare quando vanno ad intaccare l’operatività di colossi finanziari come la newyorkese Nasdaq, nel 1987 e 1994. Tanti sono i modi di guardare gli scoiattoli, con amore o odio, come una sorta di peluche viventi o come emblema di cattiveria nella lotta: nel dubbio di quale piega possa prendere il rapporto con questo animale, l’americana National Wildlife Federation ha dichiarato il 21 gennaio lo “Squirrel Appreciation Day”. L’intento di questa iniziativa, celebrata a partire dal 2001, è di farlo apprezzare perché, come tutta la vita selvatica, porta con sé una grande dose di sorprese e di imprevedibilità. È presente in tutti i continenti (escluso solo l’Antartide), anche se in Australia è di recente introduzione: in Europa il più comune è lo scoiattolo rosso pur in diminuzione a causa dell’introduzione di quello grigio, tipicamente diffuso soprattutto in Nord America. Suddiviso in oltre 200 specie, presenta varie differenze per dimensioni (dai 7 centimetri del pigmeo africano ai 90 del gigante indiano), per habitat preferito (alberi, terra, sottoterra) e per colore del mantello (marrone, rosso, nero, grigio e – molto raro – bianco). Da sottolineare alcune comuni importanti dotazioni naturali: la grande e folta coda che protegge dagli eventi atmosferici (pioggia, vento, freddo ma anche caldo), aiuta nel salto e nell’atterraggio sugli alberi, è strumento di comunicazione con altri scoiattoli e arma di distrazione contro i predatori che – guardando da dietro – non capiscono le dimensioni dell’animale che ha la coda piegata sulla schiena. La vista acuta e di grande precisione, con gli occhi posizionati in modo da vedere pure dietro di loro; la doppia articolazione delle zampe posteriori che garantisce la possibilità di una corsa rapida sugli alberi sia in salita che in discesa. A renderlo davvero prezioso per l’intero equilibrio del creato è però un suo difetto: ha una memoria molto scarsa e per questo spesso non ricorda dove ha seppellito il cibo (noci, ghiande, castagne, mele, frutti di bosco, fiori, ecc.); tale limite diventa una grande ricchezza per il resto del bosco, perché i semi sono sparsi in varie parti e possono crescere nuovi alberi. Questo può essere il vero e grande motivo di apprezzamento da parte dell’uomo di oggi, facendo anche riferimento al filosofo Ricardo Peter, tra l’altro per molti anni ambasciatore di Nicaragua presso la Santa Sede. Se, come diceva lui, l’imperfezione e il difetto sono caratteristiche intrinseche alla creaturalità e quindi pure all’umanità, anche gli scoiattoli ci autorizzano a smettere di fingerci perfetti o di insistere con quella ricerca della perfezione che è una vera e propria nevrosi, che disorienta, aliena dalla nostra realtà e non permette di riconciliarci con noi stessi.
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