Una giornata particolare
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Facciamo più spazio allo Spazio che gli italiani frequentano dal lontano 1964

Con Direttiva datata 14 ottobre 2021 del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, è stata istituita la Giornata nazionale dello Spazio in data 16 dicembre...

Parole chiave: Una giornata particolare (117), Luca Passarini (100), Spazio (3)
Facciamo più spazio allo Spazio  che gli italiani frequentano dal lontano 1964

Con Direttiva datata 14 ottobre 2021 del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, è stata istituita la Giornata nazionale dello Spazio in data 16 dicembre. Andando a spulciare cosa è successo in quel giorno, ci accorgiamo che nel 1984 è stata lanciata la sonda sovietica Vega 1, con il doppio obiettivo di Venere e Cometa di Halley. Non è però quello il nostro riferimento, stando ben lontani da polemiche su intrecci Italia-Russia: l’aggancio, infatti, è a vent’anni prima quando, il 15 dicembre 1964, venne spedito in orbita il primo satellite italiano, il San Marco 1. In quel periodo la sfida era dimostrare che anche l’Italia era in grado di progettare e realizzare lanci autonomi e per questo fu messa insieme una squadra di altro profilo, che aveva come perno Luigi Broglio (1911-2001) con alle spalle studi di ingegneria civile e un approfondimento particolare su bilanciamenti e sollecitazioni sulle ali degli aerei, oltre che lunga esperienza nell’aeronautica militare e di lavoro condiviso con la Nasa e altri enti stranieri. Chiamò al suo fianco tra gli altri Carlo Buongiorno (1930-2011), con laurea in ingegneria elettronica e ingegneria aerospaziale: sarà quest’ultimo dal 1988 al 1993 il primo direttore generale dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Con il San Marco 1, che ebbe successo con i suoi 271 giorni di viaggio, l’Italia risultò essere il quinto Paese al mondo a mandare in orbita un proprio satellite, ma nello specifico è considerato il terzo (ovvero il primo dopo Usa e Urss) a gestire in completa autonomia il lancio. Se, infatti, non è mancato il sostegno americano soprattutto nel formare il personale e nel fornire la base di lancio (isola di Wallops, est della Virginia), furono solo italiani a gestire il tutto e a governare la partenza, cosa che invece non avvenne per gli inglesi e i canadesi due anni prima. Da allora è continuata la collaborazione spaziale Usa-Italia (alcuni satelliti americani sono partiti negli anni Settanta dalla base San Marco da noi realizzata in Kenya) ma soprattutto è rimasta forte la presenza italiana come uno dei principali attori spaziali sulla scena internazionale. Da Broglio alla Cristoforetti, saltando tanti nomi e aspettando altre occasioni, gli italiani hanno costruito una filiera spaziale completa e operante in tutti i settori, tra cui scienza, esplorazione, telecomunicazioni, osservazione e navigazione. Tutto questo è stato possibile grazie ad un significativo impegno istituzionale e industriale, anche con strette collaborazioni tra ministero della Difesa, università e poli di ricerca di eccellenza nazionali, coordinate dall’Asi. Quest’ultima sul suo sito spiega che questa giornata ha come obiettivo quello di sensibilizzare i cittadini italiani alle attività spaziali, sottolineando come la scienza e la tecnologia applicate allo Spazio diano un grande contributo al miglioramento della condizione umana, soprattutto legato a crescita economica, benessere, sviluppo sostenibile, protezione dell’ambiente.

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