Con un giro di danza l’umanità dà il meglio di sé
Il 29 aprile è festeggiata la Giornata Internazionale della Danza promossa dall'International Dance Council dell'Unesco. Una giornata di festa che accomuna tutti i paesi del mondo...
«Dovremmo considerare persi i giorni in cui non abbiamo ballato almeno una volta» diceva Friedrich Nietzsche (1844-1900), un filosofo che con il suo pensiero si è sempre mosso sulle punte tra tante posizioni, senza poter essere messo dentro un sistema e che è stato tirato in ballo dalle persone più diverse. Sulla danza, però, non poteva che inserirsi in quella tradizione che vede l’uomo muoversi a ritmo di musica e armonia (esteriore o interiore) fin dagli albori della sua storia. Dal 1982 l’Unesco ha anche individuato la Giornata internazionale della danza, che ad oggi accomuna quasi tutti gli Stati del mondo. La data scelta è quella del 29 aprile che commemora la nascita di Jean-Georges Noverre (1727-1810), considerato il creatore del balletto moderno, anche detto ballet d’action. Soprannominato lo Shakespeare della danza, ha coreografato 150 balletti, ma nessuno è arrivato fino a noi. Sappiamo però che suo è il merito se il balletto ha cominciato (o ricominciato) a offrire una narrazione, a ritrarre i costumi delle persone, a cercare l’espressività, senza ridursi ad essere la scusa per mostrare i virtuosismi dei primi ballerini e le scenografie attorno a loro. Inoltre, teorizzava che il danzatore non avrebbe più dovuto essere rinchiuso dentro una maschera che soffocava i sentimenti ed evidenziava solo la tecnica, ma a lui avrebbe dovuto essere affidata la caratterizzazione del personaggio: per fare questo era necessario che fosse una sorta di intellettuale a tutto tondo, istruito delle scienze e delle arti. È grazie a Noverre, quindi, se oggi viene riscoperto il legame tra la danza e alcuni elementi fondamentali dell’uomo, come il suo essere spirituale e comunionale, cercatore di libertà e bellezza, che vuole conoscere sempre più cose ma è consapevole che c’è un mistero che rimane sempre oltre e che non può essere violato. A coinvolgere e incentivare milioni di persone in questa Giornata è il Consiglio internazionale della danza, organizzazione non governativa creata nel 1973, la cui sede sociale è a Parigi nel palazzo dell’Unesco. A esso si rifanno i praticanti e amanti di tutti i tipi di ballo, qualsiasi sia il loro apporto (come ballerini, ricercatori, insegnanti o giornalisti) e il livello di pratica o capacità. È questa organizzazione che rappresenta gli interessi di questo mondo e che tiene i rapporti con i governi e le agenzie internazionali, soprattutto in momenti di crisi e di chiusure, come per l’emergenza Covid-19. Come nello spirito della danza, per questa Giornata è possibile proporre le più disparate iniziative e nei luoghi anche più impensabili, in uno spirito di piena libertà e con il desiderio di coinvolgere più persone possibili, anche provenienti da abitudini e gusti differenti. Di certo quest’anno non mancherà nemmeno il ricordo della guerra in Ucraina, una tragedia tra l’altro per milioni di danzatori e che ha visto tra le vittime sul campo pure Artem Datsishin, 43 anni, già primo ballerino dell’Opera nazionale dell’Ucraina.
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