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Un investigatore gentile e sornione che somiglia al tenente Colombo

Stucky, ispettore di polizia di stanza a Treviso, volto di una nuova fiction di Rai 2, ci impiega circa un’oretta, il tempo che dura la puntata, a scoprire chi è l’assassino che invece il telespettatore può vedere in faccia fin dalle prime scene.

Parole chiave: Stucky (1), Giuseppe Battiston (1), Fiction (9), Rai 2 (10)
Un investigatore gentile e sornione che somiglia al tenente Colombo

Stucky, ispettore di polizia di stanza a Treviso, volto di una nuova fiction di Rai 2, ci impiega circa un’oretta, il tempo che dura la puntata, a scoprire chi è l’assassino che invece il telespettatore può vedere in faccia fin dalle prime scene. La serie in sei puntate, ispirata ai romanzi di Fulvio Ervas, vede come protagonista Giuseppe Battiston (nella foto), già apprezzato attore in Tutti pazzi per amore e Volevo fare la rockstar, che offre anche in quest’occasione un’interpretazione ben riuscita calandosi nei panni di servitore dello Stato un po’ cupo e impacciato. Questo investigatore, infatti, pare non avere una sede d’appoggio ma si confronta solo sul campo con due colleghi più giovani di lui. Piu che un uomo di azione, è dedito alla riflessione, attento ai dettagli, sempre pronto a cogliere con gentilezza i risvolti psicologici delle situazioni in cui deve operare. Un po’ semplice all’apparenza, abituale frequentatore di un’osteria, si mostra educato e interessato, un po’ sornione, senza connotazioni narcisistiche e proprio della sua normalità, assistito dalla fortuna, sa fare l’arma vincente per svolgere al meglio la sua professione. Altro protagonista indiscusso del racconto televisivo è il paesaggio e il contesto sociale del Veneto orientale, soprattutto il fiume Sile con le campagne circostanti e l’attitudine degli abitanti di quel comprensorio al lavoro assiduo che ha permesso di raggiungere lusinghieri livelli di benessere. La trasposizione televisiva utilizza qualche stereotipo di troppo, presenta un’inflessione dialettale non del tutto esatta, ma almeno sommariamente fa percepire qualche indizio della vita e delle abitudini di quella zona d’Italia.

Naturalmente nella narrazione non poteva mancare un filone sentimentale che unisce il poliziotto con una caparbia medico legale interpretata da Barbora Bobulova, reduce dal successo di Studio Battaglia. Il regista Valerio Attanasio afferma, a ragione, che il tratto più originale di questo prodotto per il piccolo schermo è la rivelazione al pubblico dell’assassino che avviene nei primi minuti di messa in onda in modo da far concentrare l’attenzione sugli aspetti psicologici di un omicidio. L’aver raggiunto il 7% di share sfidando una concorrenza agguerrita rappresenta l’apprezzamento del pubblico per una storia ben raccontata. Chi segue da casa, infatti, accompagna volontieri il protagonista, quasi facendo il tifo per lui, a scoprire la verità non con grandi mezzi ma facendo ricorso principalmente a un grande intuito che ricorda quello che caratterizzava cinquant’anni fa le prime serie del tenente Colombo.

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