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I fatti commentati dalla gente comune

Niente è più popolare della televisione. E cosi Senso comune, per raccontare al meglio l’Italia della gente, dà voce alle persone del popolo raccogliendone i commenti sui fatti di cronaca, anche i più curiosi...

Parole chiave: Senso comune (1), Spiato in tv (184), Giuseppe Begnigni (48)
I fatti commentati dalla gente comune

Niente è più popolare della televisione. E cosi Senso comune, per raccontare al meglio l’Italia della gente, dà voce alle persone del popolo raccogliendone i commenti sui fatti di cronaca, anche i più curiosi. I gruppi di protagonisti, all’interno dei quali non vi è alcun personaggio pubblico, s’incontrano a coppie nei luoghi di lavoro o durante un momento di relax e liberamente esprimono il loro parere su quanto capita, chiacchierando senza filtri, senza aspettare o cercare gli approfondimenti del caso. Questo modo di conversare considerato di poco conto, la regista Simona Ercolani (nella foto), invece, lo raccoglie e, dandogli dignità televisiva, lo inserisce in una trama capace di raccontare una storia. Il campionario italiano è ponderatamente assortito, dal Nord al Sud, privilegiando le occupazioni e gli ambienti più popolari. Dando seguito al sottotitolo della rubrica “L’opinione è pubblica”, si mette in piazza quello che di bocca in bocca pensano tante persone che in modo bonario e sintetico danno il proprio giudizio su quanto è stato loro riferito. Chiaramente nessuno può assicurare che le riprese siano effettivamente “dal vivo”, o che non intervenga una censura previa o che il fatto di essere sotto l’occhio delle telecamere possa in qualche modo alterare il pensiero. Certamente da ciò che si vede sul teleschermo il senso comune, così come ciascuno lo può benissimo immaginare, risulta comunque realistico e si trasforma spesso in buon senso, mettendo da parte l’aggressività o i toni da ribellione. Motivo d’interesse del programma non sono le opinioni espresse, ma il fatto che esse comunque contribuiscano a rendere più ampia la possibilità che offre il piccolo schermo per descrivere al meglio la nostra nazione. Non bastano, infatti, i telegiornali, i reportage, le inchieste o i dibattiti politici per spiegare come funziona l’Italia. La regista ha colmato così un vuoto che ancora esisteva da noi. È andata a pescare in Gran Bretagna questo format e l’ha riscritto secondo la nostra indole. Non c’è connazionale, infatti, che non voglia dire la propria sui fatti del giorno. Il programma raccoglie questo desiderio in diretta concorrenza con i due maggiori e più seguiti notiziari della giornata. La distanza tra questi due modi di commentare le notizie è davvero grande. Il senso comune certamente ha la meglio sulla capacità di interpretare la realtà, senza il temuto pericolo che i media influiscano in modo massiccio su ciò che pensa la gente.

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