Scudetto dell’Hellas: è successo davvero!
Furio Zara
Ma è successo davvero? La storia dello scudetto più incredibile del calcio italiano
Edizioni Ultrasport
pagg. 189 - 16 euro
A distanza di trent’anni dallo storico scudetto dell’Hellas Verona era inevitabile che uscisse qualche pubblicazione dedicata all’impresa di Osvaldo Bagnoli e dei suoi ragazzi. Ci ha pensato – fra gli altri – anche Furio Zara, reporter del Corriere dello Sport-Stadio e discepolo di quell’Adalberto Scemma decano dei giornalisti sportivi, a raccontare le suggestioni di quel campionato, tirando le fila di una sparpagliata memoria collettiva e inquadrandone al contempo il contesto, sportivo e non solo. Ma è successo davvero? con l’eloquente sottotitolo La storia dello scudetto più incredibile del calcio italiano (Edizioni Ultrasport) spiega con uno stile asciutto quali furono i meriti di quel meraviglioso gruppo di persone, a cominciare dal presidente Tino Guidotti per arrivare allo staff tecnico (composto da un nucleo risicato di persone, soprattutto se paragonato a quelli oggi in staff nelle attrezzate squadre professionistiche) e ai giocatori della rosa, fra protagonisti indiscussi e utilissimi comprimari. In quegli anni quello italiano era considerato “il campionato più bello del mondo”: in Serie A, infatti, all’epoca giocavano tutti i più grandi campioni del firmamento mondiale, da Platini a Maradona, passando per Junior, Socrates, Falcao, Rummenigge e tanti altri ancora. Alla fine, però, furono il tedesco Hans Peter Briegel e il danese Preben Larsen Elkjaer, i due stranieri del Verona giunti in riva all’Adige nell’estate del 1984 far fare davvero l’unico, vero salto di qualità alla propria squadra, peraltro già molto ben strutturata come quella gialloblù. I due biondi giocatori venuti dal nord s’inserirono in un contesto la cui ossatura era stata creata in Serie B nel 1981-1982 e si era rafforzata e cresciuta nei successivi due anni in Serie A, dal 1982 al 1984.
Pur con qualche splendida incursioni “fuori contesto” (come quella sul celebre Verona-Milan 5-3 del 20 maggio 1973), Zara conduce il lettore per mano – giornata dopo giornata, partita dopo partita – fino a quel mitico 12 maggio 1985, giorno in cui a Bergamo contro l’Atalanta l’Hellas conquistò la matematica certezza di aver conquistato il tricolore. Lo fa intrecciando la “storia” della singola sfida di campionato a quella dei giocatori più rappresentativi (Garella, portiere sovrappeso ma efficace; Beppe Nanu Galderisi, “bomber” in miniatura; Domenico Volpati, gentiluomo e factotum, e via dicendo), raccontando in questo modo anche i loro caratteri personali, così ben amalgamati fra di loro e in grado di creare quel collettivo “atomico” in grado di portare al successo non solo la squadra, ma davvero un’intera città.
Già, “davvero” è la parola chiave del libro e compare giustamente anche nel titolo. L’incredulità per quello che avvenne allora, senza voler eccedere in retorica, a volte necessita di essere spazzata via rileggendo le cronache, i commenti e le tante celebrazioni sulle prime pagine dei giornali, locali e nazionali, dell’epoca, presenti in una lunga carrellata alla fine del libro.
A distanza di tre decenni è stato probabilmente raccontato tutto sui motivi che hanno portato a quel successo e lo fa ovviamente anche Zara, ma è lui il primo a chiedersi se poi in fondo abbia davvero senso cercare le spiegazioni di quel trionfo, frutto dell’abilità e della concretezza di alcuni uomini e di una serie di circostanze se vogliamo anche fortunate, come l’annata infelice di alcune grandi squadre (Juventus, Roma, Napoli e Milan su tutte). La città, quel giorno e nelle settimane successive, impazzì di gioia per aver centrato un obiettivo che nel dopoguerra non era mai stato raggiunto da nessuno (e mai lo sarà nemmeno successivamente): vincere lo scudetto da cosiddetta “provinciale”, rappresentando una città non capoluogo di regione. Quando si dice “nulla è impossibile”.