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La riscoperta della bontà della religiosità popolare

Luigi Berzano, Alessandro Castegnaro ed Enzo Pace
La religiosità popolare nella società post-secolare. Nuovi approcci teorici e nuovi campi di ricerca
Edizioni Messaggero Padova
pagg. 528 – 40 euro

La riscoperta della bontà della religiosità popolare

In un messaggio, datato 21 settembre 2001, che Giovanni Paolo II indirizzò all’Assemblea plenaria della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, in occasione della preparazione del Direttorio su Pietà popolare e Liturgia (2002), il santo pontefice dichiarò: “La religiosità popolare, che si esprime in forme diversificate e diffuse, quando è genuina, ha come sorgente la fede e dev’essere, pertanto, apprezzata e favorita. Essa, nelle sue manifestazioni più autentiche, non si contrappone alla centralità della Sacra Liturgia, ma, favorendo la fede del popolo che la considera una sua connaturale espressione religiosa, predispone alla celebrazione dei sacri misteri”.
In effetti, era necessario riscoprire e ribadire la positività di questo tipo di manifestazione della fede, dal momento che le forme di pietà popolare sono state a lungo criticate e banalizzate, se non addirittura ignorate. Luigi Berzano, ordinario dell’Università di Torino, Alessandro Castegnaro, presidente dell’Osservatorio socio-religioso Triveneto, ed Enzo Pace, docente di Sociologia delle religioni all’Università di Padova, hanno pubblicato un corposo volume proprio sul tema della religiosità popolare nella società post-secolare, in cui sono raccolti vari saggi di studiosi di discipline diverse, i quali, in un convegno tenutosi a Padova nell’ottobre del 2012, avevano avuto modo di confrontare i risultati delle indagini da loro condotte sull’argomento. L’incontro fra tanti ricercatori ha avuto l’esito, come si afferma nell’introduzione, di aprire nuovi orizzonti e confermare vecchie certezze.
Il libro è suddiviso in tre parti: la prima, nella quale si discute sull’attualità e inattualità del concetto di religione popolare; la seconda, in cui si analizza il fenomeno all’interno del cattolicesimo contemporaneo; infine la terza parte, che prende in considerazione le forme moderne del credere. La significativa novità di tale opera consiste nel fatto che i contributi in essa presenti sono il frutto dell’impegno di numerosi giovani ricercatori che “appartengono a una nuova generazione di scienziati sociali del fenomeno religioso-popolare. Il libro, dunque, salda il vecchio e il nuovo, non solo in termini anagrafici, ma anche nei processi di trasmissione di saperi di generazione in generazione, rispetto a un tema che, a quanto pare, attira l’attenzione non solo di studiosi, per così dire, più stagionati, ma anche di una nuova, promettente leva di ricercatori”.
Gli argomenti affrontati sono tutti di estremo interesse: si chiariscono i contorni della religione popolare; si parla delle mete dei pellegrinaggi, soffermandosi su quelle più classiche e note, da Lourdes a Santiago de Compostela, dalla Basilica di Sant’Antonio di Padova a Fatima; ci si interroga sulle reliquie e i reliquiari; ci si occupa di varie forme devozionali assai radicate, quali la festa di Santa Rosalia in Sicilia, le “madonnelle” e la vestizione dell’effigie della Madonna del Carmine a Roma. Nell’ultima parte del libro, tra i numerosi generi di religione popolare passati in rassegna, trovano spazio anche i Pentecostali, il sufismo, il culto di Aurorita Martinez in Argentina, il Candomblé e l’Umbanda originari del Brasile, la New Age e la Next-Age, i culti ufologici, il fenomeno degli atei devoti, tipico della tarda modernità, le arti marziali e le discipline orientali, che si rivestono di significati sacri; l’ultimo saggio ha per tema il movimento Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) che dal 2002, presso il santuario mariano di Montevergine, in provincia di Avellino, celebra il Candelora Day, una sorta di rituale paraliturgico che assume la forma di un coming out collettivo. Un’accurata e ampia bibliografia e una suggestiva serie di foto suggellano il volume.

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