La “poliedricità semplice” del gesuita Bergoglio
Jorge Mario Bergoglio - Papa Francesco
Nel cuore di ogni padre.
Alle radici della mia spiritualità
Rizzoli - pagg. 304 - 18 euro
Su papa Francesco sono stati scritti numerosi volumi, segno dello straordinario interesse suscitato dalla sua figura. A questi va ora ad aggiungersene uno che risulta particolarmente utile per ricostruire le radici della spiritualità del pontefice argentino. Padre Antonio Spadaro, il gesuita direttore de La Civiltà Cattolica, che di tale testo ha scritto l’Introduzione, afferma che è la “poliedricità semplice” del Papa ad attrarre l’attenzione sia degli intellettuali che della gente comune. Non poteva esserci espressione più azzeccata di quella usata da Spadaro, al quale si deve il fortunato volume in cui viene riportata la conversazione avuta con Francesco all’indomani della sua elezione.
Il libro contiene varie meditazioni sulla vita religiosa, risalenti al sessennio che va dal 1973 al 1979, durante il quale Bergoglio fu padre provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Il libro, che rivela la radice ignaziana che anima il pensiero e l’azione di papa Francesco, è suddiviso in tre parti: riflessioni sulla Compagnia di Gesù, esercizi spirituali e, infine, meditazioni pensate appositamente per i superiori religiosi. Si tratta, pertanto, di un’opera rivolta in particolare a un pubblico di gesuiti, ma le ricche parole bergogliane sono talmente legate alla più autentica tradizione mistica, ascetica e didattica del cristianesimo che chiunque può trarne grande beneficio.
Le meditazioni presenti nel volume fanno emergere gli elementi di fondo della spiritualità di Francesco e dello stile cristiano al quale egli richiama continuamente tutti i fedeli: l’apertura al mondo, il dialogo costante con la realtà, la magnanimità del cuore, il senso dell’incompletezza e la consapevolezza del limite nella tenace ricerca di un “di più”, la visione “militante” della vita umana, la speranza combattiva, opera del discernimento, la volontà di ricreare una religione vicina al popolo, di cui il sacerdote è il pastore. Proprio a proposito del ministero bergogliano risultano illuminanti le considerazioni di Spadaro che afferma che lo stile del Papa è plasmato “dalla visio ignaziana, dalla tensione antinomica a essere sempre e comunque in actione contemplativus”, per cui se non si inquadra l’agire di Francesco in una dimensione profondamente orante, si rischia di non comprenderne il significato.
Una delle preoccupazioni più vive nel cuore del Santo Padre è quella riguardante la formazione religiosa, basata sull’esercizio della paternità, che sempre, fino dalla Chiesa delle origini, ha espresso una delle dimensioni essenziali della fede. Per Bergoglio tale paternità si fonda su una caratteristica basilare propria di ogni padre fondatore, ovvero la fecondità, che consiste in una capacità di amare che lascia costantemente spazio al perdono e alla speranza di un futuro migliore, nonostante le difficoltà del presente.
Il Pontefice si sofferma anche sulla questione fondamentale del noviziato, che, a suo giudizio, non va inteso come un’accademia, ma piuttosto come l’ingresso all’interno di una famiglia nella quale il giovane religioso viene iniziato a un complesso di verità che egli deve sentire e interiorizzare e non soltanto comprendere razionalmente. Inoltre il Papa riflette a lungo sul tema della dottrina, pensata non come un sistema astratto di idee, ma come un insieme di verità che diventano vita concreta. Le meditazioni raccolte nel volume – afferma lo stesso Francesco nel post scriptum che lo conclude – sono state concepite guardando a un gruppo concreto di persone e si sono avvalse dell’apporto di compagni religiosi ai quali va sincera riconoscenza. “Nel cuore di ogni padre – sostiene Spadaro – ci fa intendere la profonda dimensione carismatica ignaziana di Bergoglio, ci apre orizzonti più ampi alla sua comprensione”. In effetti, leggendo le pagine del volume, diventeremo maggiormente capaci di interpretare la parole, le scelte e le azioni di questo Papa, nonché di comprendere meglio quella sua “poliedricità semplice” di cui si è detto.