Cinquanta parole per capire il Papa
Antonio Carriero (a cura di)
Il vocabolario di papa Francesco
Elledici
pagg. 300 - 9 euro
Cinquanta parole per capire papa Francesco: ecco lo scopo di questo recente volume curato da Antonio Carriero, che si è avvalso della collaborazione di noti giornalisti e scrittori, ognuno dei quali ha redatto una voce del vocabolario bergogliano che permetterà al lettore di comprendere più a fondo l’insegnamento del pontefice argentino
È noto che Francesco ha rinnovato il linguaggio con cui annunciare la verità del Vangelo facendo perno su alcuni termini che sono divenuti centrali nei suoi interventi. Si tratta, spesso, di parole semplici – basti pensare, a questo proposito, a espressioni come buongiorno, chiacchiera, misericordia, periferia –, che sulle labbra del Santo Padre hanno assunto una valenza davvero singolare.
La semplicità del linguaggio di Jorge Mario Bergoglio non deve essere scambiata per banalità, come avverte nella presentazione Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che scrive: “In controluce si percepisce la profondità del suo pensiero: quella di un uomo che riflette, prega, comunica una ricca esperienza e ha una visione complessa della realtà, ma la esprime, appunto, con un linguaggio veramente accessibile a tutti”. Quelli messi in atto da Francesco sono veri e propri eventi comunicativi che non invitano all’ascolto passivo, ma alla partecipazione attiva: la sua stessa presenza è una forma di comunicazione e grazie a ciò le sue continue improvvisazioni acquistano un valore non comune.
A proposito del comunicare bergogliano, il direttore de La Civiltà Cattolica Antonio Spadaro non esita a parlare di “linguaggio di strada”: al Papa piace una Chiesa che va nei luoghi periferici e dimenticati, e, parimenti, ama una forma di comunicazione adatta all’incontro con gli ultimi e i lontani. “Quel che appare chiaro – afferma Spadaro – è che egli, vivendo con normalità e naturalezza le relazioni umane, non pone in atto una ‘strategia comunicativa’ prestabilita: è sulla relazione diretta, autentica e priva di asimmetrie che vive l’incisività e la novità della sua trasmissione del messaggio. In questo senso è un linguaggio radicalmente pastorale”. Sulla medesima lunghezza d’onda si pone Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che in un intervento posto al termine del volume sottolinea lo stile dialogante che caratterizza il vocabolario di papa Francesco, uno stile che testimonia la convinzione fortemente radicata nell’animo del pontefice della necessità di una Chiesa solidale e misericordiosa.