L'angolo del Diritto
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L’abitazione e l’Imu dopo la separazione

Per i coniugi non è facile affrontare la fine della propria unione, sia dal punto di vista emotivo e personale, che da quello economico e patrimoniale; perché tante sono le problematiche che si devono risolvere. Una tra queste riguarda la casa familiare...

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L’abitazione e l’Imu dopo la separazione

Per i coniugi non è facile affrontare la fine della propria unione, sia dal punto di vista emotivo e personale, che da quello economico e patrimoniale; perché tante sono le problematiche che si devono risolvere. Una tra queste riguarda la casa familiare e chi tra i coniugi se ne debba occupare anche dal punto di vista fiscale, con particolare riferimento al pagamento dell’Imu, ovvero l’imposta locale dovuta al Comune dai proprietari di immobili, aree fabbricabili e terreni.
Per legge, attualmente, sono esentate da tributo le abitazioni principali e le loro pertinenze, salvo che non si tratti di immobili di lusso, intendendosi per abitazione principale l’unità immobiliare ove il nucleo familiare o un singolo dimorano stabilmente e risiedono. Di solito, il tributo viene corrisposto dal proprietario dell’immobile, pro quota se i proprietari sono due o più, o dal titolare di un diritto reale di godimento, come quelli di usufrutto, uso e abitazione.
Ma cosa succede se la famiglia si divide? Nell’ambito degli accordi di separazione o di divorzio, la casa coniugale, ovvero quella in cui la famiglia aveva fissato la propria residenza, viene molto spesso assegnata ad uno dei due coniugi, generalmente quello affidatario dei figli, dal provvedimento del giudice che riconosce ad uno di essi il diritto di abitazione nella casa familiare.
L’art. 4, comma 12 quinquies, del Dl 16/2012, ha individuato nel coniuge assegnatario il soggetto passivo dell’Imu proprio in virtù della titolarità del diritto di abitazione sull’immobile conseguente all’assegnazione giudiziale. La regola generale prevede che sia il coniuge che abita la casa familiare a dover pagare l’Imu (pagamento che, secondo la legge vigente, deve essere effettuato solo dal proprietario della casa di lusso); tuttavia il soggetto assegnatario può essere esonerato dal versamento del tributo quando la casa viene dichiarata dal giudice come abitazione familiare, a prescindere dalla proprietà del bene.
Pertanto, la casa coniugale assegnata al coniuge è completamente detassata ai fini dell’Imu, regime che è stato ritenuto applicabile anche alle coppie di fatto dalla sentenza n. 11416 del 2019 della Corte di Cassazione.
È importante sottolineare che per il coniuge non assegnatario, anche qualora sia l’unico proprietario o comproprietario dell’immobile, la casa familiare non diventa seconda casa e, pertanto, non sarà tenuto a pagare l’Imu nemmeno per la quota dell’immobile di cui lo stesso soggetto sia titolare. Ciò proprio in virtù della qualificazione dell’immobile come abitazione principale e dell’assegnazione effettuata dal giudice in ragione della quale la legge dispone l’esenzione.

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