La morte della coscienza comincia dentro le case
Una notizia apparsa nei giorni scorsi ci riferisce di un’indagine scientifica condotta da una équipe di psicologi e psichiatri. I risultati dell’indagine sono lapidari nella loro essenzialità: nelle nuove generazioni starebbe sparendo l’io. Tranquilli, non siamo a Chi l’ha visto? Forse qualcosa di più grave. Ovvero staremmo perdendo progressivamente la coscienza...
Una notizia apparsa nei giorni scorsi ci riferisce di un’indagine scientifica condotta da una équipe di psicologi e psichiatri. I risultati dell’indagine sono lapidari nella loro essenzialità: nelle nuove generazioni starebbe sparendo l’io. Tranquilli, non siamo a Chi l’ha visto? Forse qualcosa di più grave. Ovvero staremmo perdendo progressivamente la coscienza.
Per chi fosse a digiuno dei rudimenti della psicologia, ricordiamo che l’io è il risultato dell’incontro tra l’inconscio, ossia il mondo degli istinti, e il super io, ossia il mondo dei valori, delle prescrizioni, che hanno il compito di indirizzare e regolamentare le nostre pulsioni interiori. Va da sé che solo il giusto equilibrio tra queste due forze darà origine a persone mature e responsabili. Gli istinti lasciati a briglia sciolta faranno emergere l’animale che vive in noi, così come soccombere alle norme e ai condizionamenti esterni finirà per toglierci la spontaneità, rendendoci insicuri e complessati. Solo un io equilibrato, che ha saputo dosare le due componenti, sarà in grado di produrre un cocktail gradevole sul piano della libertà interiore e della responsabilità.
Mi chiedo cosa stia alla base di questo deterioramento psicologico segnalato dagli esperti. Le risposte possibili sono molteplici. È indubbio che il nostro tempo è pervaso dal caos di valori. Una sorta di nebbia dove è sempre più difficile distinguere il bene e il male. Un relativismo etico inquietante, mentre le nuove generazioni sembrano perdere contatto con la loro storia e il patrimonio religioso di appartenenza. In contemporanea si fa sempre più radicata la legittimazione di un’etica privata. Ognuno fa quello che crede con buona pace degli esami di coscienza cui ci avevano sottoposto nel passato. Ma c’è un secondo orizzonte su cui varrebbe la pena soffermarsi, volendo individuare le cause del problema. Uno scenario che ci porta dentro le case, senza con questo voler demonizzare le famiglie. È un dato di fatto che la famiglia ha subito negli ultimi decenni un sostanziale cambiamento di pelle. Siamo passati dallo stile autoritario e normativo (madri e padri che non davano mai un bacio ai figli per non dare confidenza, con i figli che davano del voi ai genitori) allo stile affettivo, che ha l’unico scopo di garantire il benessere del figlio, fino ad arrivare talvolta ad una assenza totale di regole cui attenersi. Un rapporto amicale, che spesso finisce per produrre situazioni di vero e proprio narcisismo, quello che impedisce alle nuove generazioni di uscire dal guscio del loro innato egocentrismo, fino ad arrivare a forme di vero e proprio bullismo. I bulli non sono ragazzi cattivi, sono semplicemente male educati, abituati ad assecondare i loro desideri, come se tutto quello che gira intorno a loro fosse irrilevante o di impedimento ai loro desideri. Crescono in questo modo piccoli o grandi Narciso, protetti da famiglie affettive, i quali non hanno bisogno di assumersi impegni e responsabilità, sapendo bene di avere le spalle coperte per tutte le loro esigenze vitali. E così dal loro orizzonte scompare progressivamente il senso della gratuità. Quella del dono, che è fatta di attesa, di speranza, di sorpresa, di gratitudine... Oggi i ragazzi non concepiscono l’incertezza di un regalo. Sono loro a dirci quale è la loro richiesta, cosa vogliono e cosa dobbiamo comprare, facendo degli adulti semplicemente dei pagatori, l’anello tra il produttore e il consumatore. Purtroppo, anche così si fa morire la coscienza.