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Vivere il silenzio

Sono passati sei mesi dalla pubblicazione della prima lettera pastorale del vescovo Domenico Pompili: Sul silenzio. Da settembre ad oggi tanti percorsi e occasioni in cui se ne è parlato, nel mondo ecclesiale e non solo...

Parole chiave: Lettera Pastorale (3), Vescovo Domenico Pompili (11), Silenzio (3)

Sono passati sei mesi dalla pubblicazione della prima lettera pastorale del vescovo Domenico Pompili: Sul silenzio. Da settembre ad oggi tanti percorsi e occasioni in cui se ne è parlato, nel mondo ecclesiale e non solo. “In un contesto in cui il rumore sembra avere la meglio, in cui le parole perdono di significato”, il Vescovo ha proposto alla comunità cristiana di “riflettere su quella realtà che è al fondo, al cuore, all’inizio di ogni avventura cristiana” e ad ogni persona di “ritrovare il silenzio interiore (che) è indispensabile per evitare che tutto diventi opaco e confuso e per non chiudersi all’altro da sé”.
La soglia di metà anno di questa Lettera coincide con la metà della Quaresima, che papa Francesco ha descritto come un tempo per “fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito”, oltre che per ritrovare “la dimensione contemplativa della vita”, unica capace di mobilitare nuove energie. Molte parrocchie e realtà veronesi hanno pensato quaresimali e altri momenti di questo periodo proprio attorno al silenzio. E la stessa liturgia di questo tempo ci sottolinea e richiama ad esso.
Vivere il silenzio in Quaresima è riconoscere che c’è differenza tra il mutismo degli idoli e il silenzio di Dio che è una modalità di educazione e di rivelazione; è, ancora, lasciarci mettere in discussione dal linguaggio di Dio e cercare “la strada per percepirne come Elia la voce di un silenzio sottile”.
Vivere il silenzio in Quaresima è assumere l’atteggiamento di Gesù, che “prima ancora di farsi cura, si fa contemplazione e commozione”: la vera conversione, infatti, passa dal far tacere le parole proprie e quelle dei “luoghi comuni”, per mettersi in ascolto degli altri, in particolare delle “sofferenze più acute che attraversano la nostra umanità ferita”.
Vivere il silenzio in Quaresima è contemplare il Crocifisso, dove “il momento del silenzio di Dio” diventa la “rivelazione suprema: quest’uomo era veramente il Figlio di Dio. Forse il silenzio di Dio non dà una risposta, perché non c’è una risposta al dolore di un giusto. Offre, però, un senso. Solo più tardi, nel solco del mistero pasquale potremo arrivare a dire questo”.

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