Settimana Santa: viviamola bene nonostante tutto
La Domenica delle Palme è il grande portale che ci introduce nella Settimana Santa, la settimana più importante dell’anno per il cristiano, che culmina nel Triduo Pasquale del Signore crocifisso, sepolto e risorto. Giorni caratterizzati in tempi normali da celebrazioni comunitarie ben preparate, attese, partecipate, gustate senza fretta; liturgie nelle quali la parola di Dio sgorga abbondante quale sorgente dalla quale attingere per una vita autenticamente rinnovata....
La Domenica delle Palme è il grande portale che ci introduce nella Settimana Santa, la settimana più importante dell’anno per il cristiano, che culmina nel Triduo Pasquale del Signore crocifisso, sepolto e risorto. Giorni caratterizzati in tempi normali da celebrazioni comunitarie ben preparate, attese, partecipate, gustate senza fretta; liturgie nelle quali la parola di Dio sgorga abbondante quale sorgente dalla quale attingere per una vita autenticamente rinnovata. Ma anche riti ricchi di gesti e di una simbologia in grado di condurci al centro del mistero della redenzione operata da Cristo, facendocene assaporare il valore inestimabile e che sta alla base della nostra fede.
Tuttavia quello che stiamo vivendo da un mese a questa parte non è un tempo normale, limitati come siamo nella possibilità di spostamento e persino nei gesti più semplici, spontanei e autenticamente umani come quello di darsi la mano. L’essere costretti a vivere questi giorni santi senza poterci radunare nell’assemblea liturgica potrà indurci a valorizzare ancor più la dimensione della preghiera all’interno della nostra famiglia, riscoperta quale autentica “chiesa domestica”. Una preghiera che unisce, anche se non esaurisce, anzi rende ancora più forte il desiderio di incontrare il Signore nella Messa, di nutrirsi di Lui nell’Eucaristia. Ma al tempo stesso una preghiera che non ci rinchiude nel nostro ambito ristretto, ma ci apre alle dimensioni e ai bisogni profondi dell’umanità che sta attraversando questo arduo tempo di prova. E quindi si fa intercessione per quanti sono morti a causa del Coronavirus, per i malati, per i medici e gli operatori sanitari, per quanti svolgono i servizi essenziali che ci garantiscono i beni primari. E si fa invocazione perché cessi la pandemia.
La straordinaria adorazione eucaristica di papa Francesco nel tardo pomeriggio di venerdì scorso in una Piazza San Pietro vuota è stato un evento di portata storica che ha colpito e commosso pure molti atei, non credenti. Come non vedere in tutto questo l’azione dello Spirito Santo che soffia ancora e forte? Pasqua viene anche quest’anno, con la sua potenza dirompente in grado di trasformare in profondità la nostra vita. È fondamentale però – come diceva fratel Roger di Taizé – non subire gli eventi ma, in Dio, costruire con essi. Nella certezza che nulla, nemmeno il Coronavirus, “potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,39b).
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