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Se il paziente diventa un eroe

Sparare sulla sanità pubblica è uno degli sport nazionali preferiti dagli italiani, loro malgrado. Nel senso che non lo fanno certamente volentieri. Del resto ogni giorno non mancano motivi per segnalare e lamentarsi delle cose che non vanno. Le quali a volte sono talmente clamorose da diventare notizia...

Parole chiave: Editoriale (407), Alberto Margoni (64), Sanità (23)

Sparare sulla sanità pubblica è uno degli sport nazionali preferiti dagli italiani, loro malgrado. Nel senso che non lo fanno certamente volentieri. Del resto ogni giorno non mancano motivi per segnalare e lamentarsi delle cose che non vanno. Le quali a volte sono talmente clamorose da diventare notizia. Per esempio riguardo alle liste d’attesa che fanno del paziente… un vero eroe. Se infatti sull’impegnativa del medico non è indicata un’urgenza, ma si tratta semplicemente di un controllo periodico, bisogna davvero essere come il biblico Giobbe e armarsi di santa pazienza. È capitato pure a me, richiedendo una visita in un ospedale fuori regione, di dover aspettare otto mesi. Non avevo neppure il calendario per segnarmela!
Ma questo è nulla rispetto a quanto capitato alla signora Laura e riportato domenica scorsa dal Giornale di Brescia. Questa signora ha ricevuto una telefonata da un grosso ospedale pubblico della sua città e un’operatrice, “che ha chiamato senza presentarsi – scriveva Laura in una lettera inviata al quotidiano –, mi ha riferito che mi stava contattando per programmare l’intervento di chiusura della perforazione nasale per il quale sono in lista dal 2009!”. Avete letto bene: da dieci anni in lista d’attesa per un intervento che ora si sarebbe potuto programmare, ma che “non posso più fare perché nel frattempo la perforazione si è ingrandita – continuava la signora nella sua missiva –. Non so se magari è una cosa ‘normale’ per qualcuno… per me è una barzelletta”. Raggiunta poi al telefono dalla redazione, ha raccontato di altre difficoltà: una prima visita reumatologica prenotata a marzo presso lo stesso ospedale che è stata fissata per settembre... dell’anno prossimo, per non parlare di un intervento alle emorroidi per il quale il marito è in attesa dal 2013. A parte il fatto che forse sarebbe stato meglio rivolgersi altrove, il dirigente dell’Asst si è scusato, dichiarando l’impegno a “pulire” le liste d’attesa pregresse. Sì, perché evidentemente quello di Laura non è il solo caso. Certamente gli interventi urgenti e quelli oncologici vengono eseguiti prioritariamente, così come le visite specialistiche urgenti, ma le forze sono limitate e molteplici le richieste…
L’impressione condivisa dai più è che oggi solo se si è disposti a pagare (e non soltanto il ticket) si può trovare posto in tempi accettabili per una visita. Altrimenti servono pazienza e sopportazione, oltre alla speranza… di non crepare prima di essere chiamati.

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