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Quando il Papa fa arrabbiare

Gli interventi di papa Francesco che invoca una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina ottengono un ampio consenso nell’opinione pubblica, a cui corrisponde un proporzionato risalto sui media...

Parole chiave: Editoriale (407), Papa Francesco (121)

Gli interventi di papa Francesco che invoca una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina ottengono un ampio consenso nell’opinione pubblica, a cui corrisponde un proporzionato risalto sui media. Se però Francesco esce da quello che gli è riconosciuto come suo ambito – o meglio la sua riserva – affermando che si vergogna quando apprende che alcuni Stati destinino il 2% del prodotto delle proprie risorse, alle spese per gli armamenti e anzi hanno intenzione di aumentare gli investimenti per la sicurezza militare, allora rimane solo e la maggior parte di coloro che mettevano il pollice alzato quando proponeva di pregare, di digiunare, di fare l’atto di affidamento al Cuore immacolato di Maria, ora mettono il pollice verso e i media impiegano meno di un niente a richiamarlo dentro i suoi confini, se non addirittura a censurarlo.
C’è forse un po’ di fariseismo o di strabismo ideologico in questo comportamento o quantomeno di equivoco? Io credo abbastanza. Prima di tutto perché l’appello alla preghiera, lui non lo intende finalizzato ad un intervento miracolistico che scavalchi le nostre scelte, a meno che non ci illudiamo che Dio capovolga le cose magicamente. Nel Vangelo non c’è traccia di questo; piuttosto Gesù dice: «Date voi stessi da mangiare». In secondo luogo perché se è atto di fede in Dio, atto di fede sia fino in fondo, senza margini di fede riservati alle armi che seguono la strada opposta a quella indicata da Lui.
Non sta scritto da nessuna parte che la soluzione proposta dal Papa sia la più indolore, conveniente, immediata e nemmeno che debba essere la più condivisa; ma è certamente coerente in linea di principio e di prassi con l’insegnamento del Vangelo.
“Si vis pacem, para bellum” dicevano i latini, “Si vis pacem, para pacem” hanno risposto in numerose piazze italiane tante persone lo scorso fine settimana. Non erano i papa-boys, ma i volontari di Emergency, un’associazione umanitaria fondata per portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della povertà. A conferma che il bene si può fare in mille modi, mentre il male va sempre evitato e gli armamenti militari, dicono le statistiche, sono in continuo aumento, di pari passo con i conflitti armati. Ognuno tiri le proprie conseguenze.

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