Il messaggio del Papa al Rettore Nocini dell'Università di Verona
Papa Francesco ha inviato un messaggio al rettore Pier Francesco Nocini in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Verona. Il testo, letto pubblicamente dal vescovo Domenico alla cerimonia tenutasi, venerdì 7 febbraio, nell’aula magna del polo Zanotto

Il testo, letto pubblicamente dal vescovo Domenico in occasione dell'inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Verona, venerdì 7 febbraio, nell’aula magna del polo Zanotto.
L’occasione del 42° Dies Academicus mi offre la lieta opportunità di far giungere un cordiale saluto a Lei, ai Docenti, al Personale amministrativo e a tutta la comunità accademica di codesto antico e prestigioso Ateneo. La vostra storia non solo è legata profondamente alla rinascita culturale della bella Città scaligera, ma ha avuto anche il sostegno della Sede Apostolica, in quanto fu Papa Benedetto XII che nel 1339 ratificò con una Bolla l’allora Studium Generale.
Grazie all’impegno e alla lungimiranza di coloro che Vi hanno preceduto, oggi si può apprezzare l’opera educativa che tale Università realizza in diversi campi del sapere a favore delle nuove generazioni.
Eredi perciò di una così imprescindibile missione, siete Voi ad assumere le sfide odierne che obbligano a garantire un insegnamento qualitativamente alto, volto a formare donne e uomini capaci di collaborare per l’edificazione di una società radicata in una cultura che contribuisca al bene dell’umanità. Pertanto è fondamentale allargare i confini della conoscenza! Come ho già avuto modo di affermare, non si tratta di moltiplicare le nozioni e le teorie, ma di fare della formazione accademica uno spazio vitale, che comprende la vita e parla alla vita.
Ritengo utile consegnarVi alcune indicazioni auspicando che il vostro Ateneo possa attingervi ispirazione.
È responsabilità dell’Università promuovere una cultura aperta per evitare che sia “settaria” e si ponga al di sopra degli altri ma, al contrario, stia nel mondo come lievito buono per far fermentare i valori umani e cristiani tanto necessari all’edificazione di una convivenza pacifica e fraterna.
Una cultura fatta con il cuore: l’Università è un luogo la cui missione si deve esprimere attraverso l’azione formativa eseguita con grande passione.
Formare è soprattutto prendersi cura delle persone, è quindi un agire discreto, prezioso e delicato.
Una cultura radicata nel dialogo e nell’incontro: poiché in ogni istituzione i diversi saperi si incontrano e si arricchiscono reciprocamente, superando la frammentazione della conoscenza. É importante perciò promuovere un’educazione che sappia “connettere” invece che “separare”.
Una cultura di differenze: l’Università è chiamata a essere custode di diversità, riconoscendo che il vero dialogo culturale non mira a una omogeneizzazione del pensiero, ma valorizza la specificità di ogni tradizione e prospettiva. Custodite e messe in relazione, le differenze generano una sintesi sempre nuova che arricchisce.
Infine, una cultura di pace e di speranza: in questa epoca tanto tormentata a livello mondiale, è necessario deporre le armi e guardare il fratello negli occhi. Non c’è un dialogo dall’alto in basso. Solo così l’insegnamento diventa un atto di sapienza. Parole, sguardi e pensieri disarmati.
A Lei, Magnifico Rettore, e a Voi cari fratelli e sorelle, riuniti in questa speciale circostanza, esprimo il mio ringraziamento per quanto realizzate nel sostenere la ricerca e la cultura quale laboratorio di speranza, e auguro che tutti possiate coltivare il desiderio di continuare a trasmettere la bellezza del sapere.
Mentre assicuro la mia preghiera per ciascuno, Vi affido all’intercessione della Vergine Maria e di San Zeno, e volentieri Vi benedico chiedendo per favore di non dimenticarVi di pregare per me.
Fraternamente,
Francesco
Roma, da San Giovanni in Laterano, 31 gennaio 2025
Credit foto: Vatican Media/Sir
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