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Qual è la grandezza europea?

“Mega” per decenni è stato, solamente, un prefisso per esprimere il fattore 106 ovvero un milione; più in generale è passato a indicare qualcosa di grande (come la radice greca già conteneva)...

Parole chiave: Editoriale (423), Luca Passarini (112)
Qual è la grandezza europea?

“Mega” per decenni è stato, solamente, un prefisso per esprimere il fattore 106 ovvero un milione; più in generale è passato a indicare qualcosa di grande (come la radice greca già conteneva). “Mega” è stato usato ultimamente come nome di varie aziende, soprattutto nell’ambito delle costruzioni o dell’informatica.
“Mega” da alcuni giorni è diventato virale sui social come acronimo di “Make Europa great again”; lanciato da Elon Musk, con un tweet visualizzato immediatamente da decine di milioni di persone in tutto il mondo, ricalca lo slogan vincente di Trump in America. Mi pare possa diventare l’occasione per alcune riflessioni, prendendo le singole parole che compongono il neologismo, ma in ordine sparso.
Again, di nuovo, ci porta a chiederci: rispetto a quando? La grandezza della Magna Grecia o dell’Impero romano, del Medioevo o del periodo delle rivoluzioni, del colonialismo o delle grandi scoperte nei diversi campi? Ce n’è per tutti i gusti, nel bene e nel male.
Europa è meno banale di quello che sembra, visto che alle difficoltà antiche a definire precisamente la zona territoriale si è aggiunta la possibile confusione attuale, tra continente in senso geografico, somma dei singoli Stati, raggruppamento di chi ha la moneta unica, l’istituzione Unione; qualche dubbio su quale sia l’intenzione americana viene, soprattutto dopo il plauso dei nazionalismi continentali.
Great, grande, apre alla domanda: “In che cosa?”. Ovvero potenza economica o militare, valori o cultura. Il mito ci restituisce che la grandezza di Europa – a partire da colei che le dà il nome, la figlia di Agenore, re della città di Tiro – stia nella bellezza, con l’inscindibile concomitanza greca tra aspetto fisico e morale; la capacità di resistere alla violenza perpetrata con l’inganno dal potente di turno (nel mito è Zeus stesso); l’accoglienza che concede e che allo stesso tempo riceve da uno straniero – Asterio, re di Creta –, il quale crebbe come suoi i figli generati da Europa con Zeus. La storia, da parte sua, ci consegna valori che la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue ha fatti propri: dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto, diritti umani.
Make, fare, è ciò che ancora manca e che spetta a noi: non siamo ancora arrivati a vedere realizzata la promessa di De Gasperi, ovvero che «l’Europa esisterà e nulla sarà perduto di quanto fece la gloria e la felicità di ogni nazione», ma qui sta la responsabilità di tutti, al di là che si pensi all’Europa dei popoli o degli Stati.

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