Editoriale
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La popolarità di papa Francesco

Sulle questioni umanitarie papa Francesco è chiaro, l’ha ribadito e non è equivocabile: la persona viene prima di ogni altra considerazione. Anche gli aspetti più delicati della vita sociale e dello Stato come sicurezza, rispetto delle leggi e perfino difesa dei confini nazionali non possono, in coscienza, impedire di salvare persone in pericolo di morte...

Parole chiave: Papa Francesco (121), Editoriale (407), Immigrati (12)

Sulle questioni umanitarie papa Francesco è chiaro, l’ha ribadito e non è equivocabile: la persona viene prima di ogni altra considerazione. Anche gli aspetti più delicati della vita sociale e dello Stato come sicurezza, rispetto delle leggi e perfino difesa dei confini nazionali non possono, in coscienza, impedire di salvare persone in pericolo di morte. E il Papa spiega il perché: «Sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie! Sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata», come ha detto nel corso della Messa per migranti e soccorritori celebrata in occasione del sesto anniversario della sua visita a Lampedusa. Per Dio «nessuno è straniero o escluso».
A questo punto si apre un vasto capitolo che coinvolge tutti i cittadini, compresi i cattolici, e riguarda l’istante immediatamente successivo all’atto del salvataggio e a quelli seguenti. Perché non è sufficiente ripescare uno che sta affogando in mare per salvargli la vita: poi bisogna andare oltre. Papa Francesco infatti richiama al dovere di proseguire l’azione di aiuto attraverso parole come responsabilità, fraternità, solidarietà, condivisione, rapporto personale diretto... Tutto questo può piacere o meno, può essere anche discutibile, ma non sarà mai negoziabile. Se si decide di salvare una persona, bisogna dare seguito all’atto compassionevole, facendosene carico fino in fondo.
Da tempo si sono scatenate, soprattutto sui social, discussioni e contrapposte opinioni con toni accesi e prese di posizione veementi, fino al punto da mettere in dubbio la figura e l’autorità stessa del Pontefice. Si rimarca che la sua popolarità stia calando e ciò sarebbe ancor più grave dal momento che lui stesso – a loro dire – avrebbe impostato il suo pontificato sulla popolarità. E così la gente va meno in chiesa, è stufa di sentire le solite prediche dai preti “di sinistra”, «se li prendano in casa loro» e via di seguito.
Ma la popolarità per papa Francesco non può consistere nel dire le cose che fanno piacere alla piazza (è sì popolare, ma non populista); egli non insegue il consenso, non deve per forza piacere a tutti e neanche a qualcuno. Se accadesse ciò, vorrebbe dire che la sua voce e quella della Chiesa avrebbero perso la fondamentale caratteristica della profezia. Il Papa, grazie al cielo, è libero pure dal consenso dell’opinione pubblica e indica una via di libertà che sia garanzia di dignità per tutti.

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