Il presepe “segno mirabile”
Tre modi almeno mi vengono in mente per un ulteriore uso della prima pagina di Verona fedele di questa settimana, tutte con un denominatore comune, il presepe...
Tre modi almeno mi vengono in mente per un ulteriore uso della prima pagina di Verona fedele di questa settimana, tutte con un denominatore comune, il presepe. La prima è che sia letta in un momento di pausa tra la raccolta del muschio, il posizionamento delle statuine, la prova delle luci; la seconda è che, una volta vista e rivista, sia usata per dare spessore alle montagne o rafforzare gli argini del laghetto; la terza è che, tra qualche settimana, diventi la custodia protettiva per pastori, pecore e Santa Famiglia per un anno, quando saranno riprese in mano avvolte da queste stesse parole.
Diciamo che Verona fedele e presepe hanno anche questo legame, oltre al fatto che nei prossimi numeri ci sarà un foto-racconto di varie realizzazioni artistiche. Ancor di più, diventa anche quest’anno megafono per ricordare a tutti di fare il presepe, proprio in questo 8 dicembre – giorno tradizionalmente dedicato – o in un altro momento di inizio Avvento.
Esattamente cinque anni fa papa Francesco lo aveva definito “mirabile segno” nella lettera apostolica sul significato e il valore del presepe, che prende proprio il nome di Admirabile signum. Aveva segnalato, in particolare, il fatto che è “così caro al popolo cristiano” (ma in realtà pure a tanti altri) e che “suscita sempre stupore e meraviglia”.
Da subito, però, ha voluto sottolineare il significato spirituale profondo, ieri per san Francesco e oggi per noi: “Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui”.
Il presepe, stando all’esperienza di ciascuno e alle parole del Papa, è un’occasione di famiglia ed “un esercizio di fantasia creativa”. Il vescovo Domenico, inaugurando recentemente la quarantesima edizione della rassegna “Presepi dal Mondo a Verona”, ha affermato che «è un modo per alimentare l’immaginazione in due direzioni: ovvero la concretezza, perché tutti i particolari ci danno da pensare che la realtà è fatta di piccoli dettagli che dobbiamo saper cogliere; e l’armonia, che confligge con l’atmosfera greve e antagonista che spesso si respira nei nostri paesi e città».
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