Editoriale
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Il lavoro genera legami

Ci si chiede di continuo cosa succederà quando il blocco dei licenziamenti non verrà più rinviato. La risposta sincera è che non lo sa nessuno

Parole chiave: Editoriale (407), Renzo Beghini (62), Lavoro (62)

Ci si chiede di continuo cosa succederà quando il blocco dei licenziamenti non verrà più rinviato. La risposta sincera è che non lo sa nessuno: non il Governo, non i sindacati e nemmeno le imprese. Perché molto dipenderà dalla situazione effettiva al momento dello sblocco: se la campagna di vaccinazioni è ben avviata, se le restrizioni alla mobilità sono cadute o attenuate, se la congiuntura economica (consumi e investimenti) sarà positiva.
Tuttavia il rinvio dello sblocco dei licenziamenti allontana il problema, ma non lo muta, anzi lo incrementa. Per gestire adeguatamente il passaggio – come occorrerà fare, prima o poi – servono strumenti di sostegno del reddito e strumenti di accompagnamento alla ricollocazione. Il progetto “Verona Solidale” promosso da Diocesi, Comune e Provincia, mira proprio a questo. In secondo luogo, non si tratterà di un flusso di licenziamenti simultaneo. Ma riguarderà nella sua stragrande maggioranza i lavoratori delle piccole e piccolissime imprese.
E intanto che sucede? Un amico sindacalista mi diceva che una signora della nostra provincia disoccupata e single, per la dichiarazione dei redditi ha dovuto calcolare il proprio “reddito da bonus”. Proprio così, “da bonus”. Ebbene, tra il bonus figli, mamme single, smartphone, tv, occhiali, animali domestici, mobili, bagno, rubinetti, auto, cashback... lo scorso anno è arrivata a percepire 16mila euro. Ma vi sembra normale? Come si fa a proporre a questa signora un lavoro da 1.100 euro mensili? Lavorare non conviene.
«Il grande tema è il lavoro», scrive Francesco nella Fratelli tutti. In vista dello sblocco dei licenziamenti va riconosciuto che non bastano le indagini statistiche. Non ci sono software risolutivi che possano collegare imprese e lavoratori magicamente, velocemente e con soddisfazione di tutti. In prima linea ci sono le imprese. E gli imprenditori. È indispensabile il loro apporto conoscitivo e il loro impegno nel declinare operativamente i fabbisogni professionali. Individuare le professionalità utili e coerenti con la futura domanda delle imprese è attività che avviene necessariamente attraverso una concertazione decentrata, localizzata e certo, anche coraggiosa. Lo ricorda molto bene l’Instrumentum laboris della prossima Settimana sociale di Taranto, che afferma: “La conversione che ci è chiesta è quella di passare dalla centralità della produzione – dove l’essere umano pretende di dominare la realtà – a quella della generazione, dove ciò che facciamo non può mai essere slegato dal legame con ciò e con chi ci circonda, oltre che con le future generazioni”.
Il 1° Maggio, festa di san Giuseppe lavoratore, che papa Francesco ha voluto celebrare con un anno a lui dedicato, ci spinga a vivere questa difficile fase senza disimpegno e senza rassegnazione. Viviamo in un territorio abitato da potenzialità e talenti invidiabili, ma anche da ferite che si rendono visibili sui volti di molte famiglie e persone. Sappiamo che ogni novità va affrontata con capacità generativa e creativa. Nulla ci distolga dall’attenzione verso i lavoratori condividendo preoccupazioni e sostenendo imprenditorialità e cura.

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