I tre Papi della nuova Chiesa

“Pietro Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine”. Così si conclude la cosiddetta profezia di Malachia, un falso che è stato più volte richiamato da chi parla in toni apocalittici o afferma che oggi la sede di Pietro è vacante. Viene ripresa pure in L’ultimo papa (Marcianum press, 2024), dove l’autore Giovanni Maria Vian la utilizza come immagine per evidenziare la fine di un certo modo di vivere il pontificato e la necessità di riforma “da cima a fondo”. È uscito proprio in queste settimane in cui i media sono tornati a parlare di rinnovamento, ma anche di scomuniche, scismi e sinodi non autorizzati; e pure mentre la Chiesa di Verona si sta avviando verso un riassetto che non vuole ridursi ad essere “vino vecchio in otri nuovi”.

L’ex direttore dell’Osservatore Romano ripercorre gli ultimi secoli e mostra come ogni momento storico porti con sé nuove sfide, mentre le soluzioni adottate non sempre sono state quelle giuste. Evidenzia, in particolare, come gli ultimi tre pontificati siano stati “senza dubbio innovativi per molti aspetti” – pur tra luci e ombre – e soprattutto indichino ai cristiani le caratteristiche dei veri riformatori. Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco, pur nelle loro diversità, hanno mostrato la via: radicamento nella Parola di Dio; equilibrio sempre da ricercare tra novità e continuità, nella consapevolezza che un cambio di mentalità passa da processi molto lunghi; capacità di silenzio, che apre a parole profonde; ironia e autoironia; coraggio di andare contro sistemi ritenuti sbagliati, anche quando si tratta di aspetti dell’istituzione-Chiesa; forza nel metterci la faccia personalmente in situazioni ritenute importanti; guardare e agire pure fuori dai soliti schemi e temi. Inoltre Vian richiama alcuni ambiti di sfida odierni: la preghiera e il ritmo della giornata; il corpo e la sessualità; la vigilanza e il male.

Per usare le parole del Sinodo della Chiesa di Verona (2002-2005) “si tratta di mettersi in ascolto della vita cercando la sintonia con la Parola che Dio continuamente rivolge alla sua Chiesa” (Libro sinodale, 3).