Derelitta Onu quanto serviresti
In queste settimane si è celebrato il 78° anniversario dell’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). Fondata il 24 ottobre 1945 “da 51 nazioni impegnate a preservare la pace e la sicurezza collettiva grazie alla cooperazione internazionale”
In queste settimane si è celebrato il 78° anniversario dell’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). Fondata il 24 ottobre 1945 “da 51 nazioni impegnate a preservare la pace e la sicurezza collettiva grazie alla cooperazione internazionale” – come recita il sito ufficiale – può vantare oggi 193 Paesi aderenti, ovvero quasi tutti. Lo fa con la stessa credibilità e la stessa forza di una nonna – con tutto il rispetto e l’affetto per quest’ultima – che decanta quanto ha fatto in giovinezza senza che nessuno ne trovi vero motivo e si insuperbisce di avere i migliori nipoti del mondo (per carriera, stipendio, famiglia), che però non la vanno mai a trovare. Con l’aggravante che sa bene che nessuno la ascolta, perché non può far finta di non accorgersi che, nella pratica, tutti si sentono autorizzati a non seguirne le direttive e a non perseguirne gli obiettivi.
L’anziana Onu oggi assiste inerme a quella che papa Francesco da anni ormai chiama “la Terza Guerra mondiale a pezzi” e fa perfino fatica a fare il conto di quanti siano i conflitti nel mondo (alcuni dicono 78, altri addirittura 170).
Mentre la maggior parte dei leader per questo anniversario hanno usato parole di circostanza (che suonano quasi come un “non svegliare il cane che dorme”), papa Francesco le ha fatto l’unico vero regalo possibile. Al termine dell’esortazione apostolica Laudate Deum, è stato molto diretto smascherando nuovamente come le organizzazioni mondiali, e l’Onu in particolare, oggi non abbiano alcuna efficacia; e che per realizzare alcuni obiettivi irrinunciabili dovrebbero “essere dotate di una reale autorità” che salvi il multilateralismo dal dipendere “dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi”. Il Pontefice poi ha indicato una via possibile, ovvero superare il vecchio multilateralismo e “riconfigurarlo e ricrearlo alla luce della nuova situazione globale”, con una maggior presenza della società civile e delle sue organizzazioni.
La palla ora passa all’Onu che ha l’età per decidere se ristrutturarsi per essere davvero fedele ai suoi principi – regola che vale in più ambiti – o arrendersi “giustificandosi” che gli anni per ogni realtà umana (stando al detto del salmista) “sono settanta, ottanta per i più robusti”.
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