Editoriale di Mons. Zenti
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Il Risorto è garante della pace universale

Le parole che il Vescovo, mons. Giuseppe Zenti, ha consegnato alle pagine di Verona fedele per il numero pasquale

Parole chiave: Resurrezione (1), Editoriale (411), Vescovo (392), Mons. Giuseppe Zenti (331), Pasqua (37)
Il Risorto è garante della pace universale

Apparendo due volte consecutive agli apostoli da risorto, Gesù consegna loro il dono della pace. E, come suo sigillo, il dono dello Spirito Santo. Non a caso. In effetti, il dono dello Spirito Santo viene consegnato agli apostoli in funzione del perdono dei peccati: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati saranno rimessi!».
La questione è radicale. Sta di fatto che il nemico più efferato della pace è proprio il peccato, nella sua forma di sistema infernale, di cui esplicitiamo soprattutto i peccati che fanno da snodo ad altri: l’ateismo idolatra, l’egoismo autoreferenziale, la superbia arrogante, la menzogna che altera la verità, l’insensibilità e l’indifferenza, la malvagità gratuita, l’avidità ossessiva, la bramosia del potere politico, economico, culturale, la smania di successo e di plauso.
L’esperienza di ogni persona induce a riconoscere come dato universale il fatto che il peccato in se stesso, al di là delle illusioni che provoca nell’immediatezza, genera un forte squilibrio interiore. Al punto che l’uomo avverte dentro di sé di non essere più padrone di se stesso. Magari davanti agli altri si atteggia a superuomo e non intende affatto modificare i propri comportamenti, almeno per non venir screditato dall’opinione pubblica. Ciò capita a tutti i miseri mortali. Ma, al superlativo, capita a certi soggetti che si sono impossessati del potere e si identificano con il potere stesso. Sarebbe persino superfluo in questo momento riconoscere nell’attuale zar di Russia un soggetto aggrovigliato da varie espressioni sopra segnalate. Almeno a quanto dà a vedere con le sue decisioni macabre e devastanti. Da tempo auspichiamo che un bagliore di luce di verità rischiari la sua coscienza morale e prenda atto, rientrando in se stesso, delle malvagità di cui è protagonista. Da solo, purtroppo, non è in grado di uscire da questa prigionia interiore. Per questo, vorremmo che si unissero le preghiere che salgono da credenti cristiani di varie denominazioni, da quelle dei cattolici a quelle dei luterani, degli anglicani e, appunto, a quelle degli ortodossi. In questa Pasqua di morte al peccato e di risurrezione alla docilità allo Spirito della Pace, ci uniamo concordi, da fratelli nel Battesimo, perché si compia il miracolo della risurrezione di un cuore indurito. Convinti, però, che la Pasqua di Cristo non sta dalla parte degli aggressori invasori, ma li sollecita interiormente a trovare il buon senso delle vie della pace.
A nessuno, tuttavia, è lecito pensarsi immunizzato dal sistema del peccato, che crea, in famiglia e nella società, situazioni di egoismo, di individualismo, di tensione, di aggressione, di cattiveria, di insensibilità, di superbia che ci fanno vivere male, in una sorta di sotterranea guerra civile. Da questa prigionia interiore la Pasqua di morte e di risurrezione di Gesù ci abilita a lasciarci liberare. Invocandone la grazia con umiltà di cuore e fissando lo sguardo della fede alle cose di lassù. Buona Pasqua a tutti.

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