La pace, sfida che si vince giorno per giorno
È un dato di fatto che il clima generale (e non mi riferisco a quello atmosferico) sia all’insegna del timore per il tempo presente e dell’incertezza per il futuro. Ne è consapevole anche il Papa che in occasione dell’udienza al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ha incentrato il suo articolato intervento sul tema della sicurezza e della pace...
È un dato di fatto che il clima generale (e non mi riferisco a quello atmosferico) sia all’insegna del timore per il tempo presente e dell’incertezza per il futuro. Ne è consapevole anche il Papa che in occasione dell’udienza al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ha incentrato il suo articolato intervento sul tema della sicurezza e della pace. Ma non si è limitato ad un’analisi del complesso scenario mondiale, dove imperversano numerosi conflitti spesso ignorati dall’informazione, bensì ha fornito una prospettiva di cammino improntata alla speranza, fornendo anche alcune indicazioni di fondo.
In particolare, riferendosi al terrorismo di matrice fondamentalista che miete vittime in tutto il pianeta, il Pontefice ha ribadito che «non si può mai uccidere nel nome di Dio» e al contempo ha richiamato i doveri dei leader religiosi e politici. Agli uni «spetta il compito di trasmettere quei valori religiosi che non ammettono contrapposizione fra il timore di Dio e l’amore per il prossimo», mentre i secondi sono chiamati a creare le condizioni necessarie per evitare i conflitti e il proliferare dei fondamentalismi. Ovvero garantire il diritto alla libertà religiosa che contribuisce ad edificare una società civile; attuare politiche sociali volte a combattere la povertà, a favorire lo sviluppo, a garantire una distribuzione equa delle risorse, offrendo ai giovani opportunità di lavoro, combattendo la corruzione, valorizzando la famiglia e attuando «cospicui investimenti in ambito educativo e culturale». L’educazione, la possibilità di crearsi un proprio bagaglio culturale, l’apertura mentale alimentata dal dialogo e dal confronto con persone di diversa estrazione, sono essenziali per una convivenza pacifica, rispettosa della dignità di ciascuno. Oltre a prevenire quei fenomeni di radicalizzazione sviluppatisi anche in Europa e spesso frutto di ignoranza e isolamento, nonché di un processo migratorio incompiuto e di una mancata integrazione.
La pace quindi, pur essendo un dono di Dio, è anche una sfida, un bene da non dare mai per scontato ma da acquisire ogni giorno. Ed è anche un impegno che chiama in causa ogni uomo e donna. Non si limita al quieto vivere, ma è una virtù attiva, si conquista con la solidarietà e ha quale presupposto imprescindibile una visione antropologica che punta a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo.