Condiscepoli di Agostino
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Siamo stati fatti non solo cristiani, ma Cristo

Rivolgendosi ai suoi fedeli, agricoltori, pescatori, pastori, commercianti, Agostino aveva coscienza dell’arditezza degli argomenti che stava trattando. Di conseguenza, supplica Dio di aiutarlo a dire cose vere, mai false. Anche perché, precisa, “è meglio non conoscere piuttosto che errare, benché sia meglio sapere che non sapere”...

Parole chiave: Sant'Agostino (186), Aforismi (55)
Siamo stati fatti non solo cristiani, ma Cristo

Rivolgendosi ai suoi fedeli, agricoltori, pescatori, pastori, commercianti, Agostino aveva coscienza dell’arditezza degli argomenti che stava trattando. Di conseguenza, supplica Dio di aiutarlo a dire cose vere, mai false. Anche perché, precisa, “è meglio non conoscere piuttosto che errare, benché sia meglio sapere che non sapere”.
Per questo si appella a Dio perché gli faccia dono di venir a conoscere il significato del testo che intende commentare: “Gli mostrerà cose maggiori di queste”. Il soggetto è il Padre, il cui Figlio, cioè il Verbo, si è incarnato: “Il Verbo di Dio è disceso da noi e Colui che prima parlava come Dio ha cominciato a parlare come uomo. Tuttavia, è in persona uomo Colui che è Dio, perché come Dio si è fatto uomo. È stato fatto ciò che non era senza perdere ciò che era”. E prosegue su questa linea: “Pertanto, l’uomo si è avvicinato a Dio, al punto da essere uomo Colui che era Dio, non al punto da essere uomo e non essere più Dio”.
In tal modo, Lui Creatore si è fatto nostro fratello: “Creatore perché Verbo in principio; fratello perché nato dalla Vergine Maria. Creatore prima di Abramo, prima di Adamo, prima della terra, prima del cielo, prima di tutte le cose corporali e spirituali; fratello, invece, dal seme di Abramo, dalla tribù di Giuda, dalla Vergine di Israele”. Grazie alla sua incarnazione, ha fatto di noi, poveri uomini peccatori, persone eccelse: “Eccelso è Lui stesso, Lui che si è fatto umile per fare di noi umili persone eccelse”.
Era ormai maturo il pensiero centrale del suo intervento: “Perciò felicitiamoci e rendiamo grazie del fatto che noi non solo siamo stati fatti cristiani, ma Cristo” (“Non solum nos christianos factos esse, sed Christum!”). Il resto del discorso ne diventa una esplicitazione: “Stupitene, godetene, siamo stati fatti Cristo! Se, infatti, Egli è il capo, noi ne siamo le membra”. Un pensiero, questo, caro ad Agostino che si ispira all’apostolo Paolo.
Si tratta di quel Cristus totus, cioè del Cristo totale, che è costituito da Cristo capo e dalla Chiesa come corpo: “Un solo uomo, capo e membra!”. I due sono inseparabili: “Non ha voluto separarsene. Era da noi lontano e molto lontano. Che cosa c’è di più lontano quanto la creatura dal Creatore? Che cosa di così tanto lontano quanto l’eternità e la mortalità?”.
Lui che come Verbo è stato la mano creatrice del Padre! Si è fatto uomo, per fare di noi degli esseri divini!

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