L’enciclica Laudato Si’
Attraverso il nostro settimanale Verona Fedele, in occasione della sua pubblicazione, ho presentato l’Enciclica Lumen fidei, scritta, come fu osservato, a due mani, cioè da papa Benedetto e da papa Francesco. A suo tempo ho presentato l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, opportunamente fin da allora definita la “mappa del pontificato di papa Francesco”. Ora, come pastore della nostra diocesi, sento il dovere di presentare l’Enciclica di papa Francesco Laudato si’, per invogliarne la lettura...
Attraverso il nostro settimanale Verona Fedele, in occasione della sua pubblicazione, ho presentato l’Enciclica Lumen fidei, scritta, come fu osservato, a due mani, cioè da papa Benedetto e da papa Francesco. A suo tempo ho presentato l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, opportunamente fin da allora definita la “mappa del pontificato di papa Francesco”. Ora, come pastore della nostra diocesi, sento il dovere di presentare l’Enciclica di papa Francesco Laudato si’, per invogliarne la lettura.
Sapora ancora, per così dire, di pane appena sfornato. Non a caso, la firma porta la data del 24 maggio, Solennità della Pentecoste, festa dello Spirito che aleggia sull’universo e lo governa con la potenza del suo amore. Pur non senza travaglio, è stata pubblicata il 18 giugno. Per la prima volta nella storia della Chiesa una enciclica porta un titolo, francescanamente evocativo nel suo essere compendio puntuale dell’argomento, in lingua italiana: Laudato si’. Il sottotitolo poi “sulla cura della casa comune”, specifica la tematica di fondo: il compito e il dovere affidati a tutti gli uomini, a cominciare dai governanti, di custodire e di valorizzare il creato, cioè la terra, “nostra sorella e madre”, senza mai cedere alla tentazione di un suo sconsiderato sfruttamento fino alla sua distruzione o, come più volte ammonisce papa Francesco, fino alla sua catastrofe. Certo, papa Francesco non intende essere profeta di sventure, poiché il suo obiettivo è quello di far riflettere tutti su un argomento che non può non interessare tutti. Nell’oggi e per il domani. Nel tentativo lodevole e davvero profetico di tracciare una mappa di una nuova cultura, capace di far uscire dalle secche i tentennamenti altalenanti, e sempre pronti ad adocchiare nuove opportunità di interessi economici da parte dei governi più potenti del mondo, che stanno compromettendo gravemente il destino della terra. C’è solo da auspicare che non gli sia riservata la sorte drammatica della mitica Cassandra, figlia di Priamo, che invano andava mettendo in guardia i Troiani dall’insidia del Cavallo di Troia.
È una enciclica che può essere letta, con scorrevolezza, senza alcun inciampo linguistico, da chiunque possieda una cultura media. Vorrei dire che appassiona, a mano a mano che si prende in considerazione, magari con qualche sottolineatura. Del resto, l’argomento stesso, non può non avvincere. Pone interrogativi che troppi preferiscono tenere sotto il tappeto come la polvere della stanza o che le lobby preferiscono accusare di catastrofismo. Polemicamente. In realtà, tratta della nostra sopravvivenza dignitosa o dell’incombente minaccia di estinzione di un possibile futuro. Minaccia, questa, che pende come spada di Damocle sulla testa delle generazioni dei giovani. Non a caso ammonisce: che mondo siamo impegnati o disimpegnati, a lasciare alle generazioni che verranno, a cominciare da quelle che stanno a ridosso, come onde del mare, a noi adulti di oggi?
Senza la fretta che il consumismo giornalistico suggerirebbe, nei prossimi numeri di Verona Fedele prenderemo in considerazione i vari capitoli, sono sei, dell’Enciclica, cercando di darle il più possibile voce, nel riportarne le espressioni più significative. Tenteremo cioè di farne una sorta di sintesi ragionata, anche per facilitarne la conoscenza. Non è infatti una Enciclica da lasciar coprire di polvere nel cassetto delle pubblicazioni di scarso valore. Ad una lettura integrale, fatta con attenzione e perspicacia, si rivela di notevole spessore valoriale.