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“Caro Francesco ti scrivo” e il Papa gli risponde...

di ADRIANA VALLISARI

L’incontro tra un bimbo e il Pontefice e un dialogo che continua

“Caro Francesco ti scrivo” e il Papa gli risponde...

di ADRIANA VALLISARI

“Caro papa Francesco, che sorpresa la tua lettera!”. Sono le prime righe della risposta al Vaticano che sta scrivendo in questi giorni Francesco Rossignoli, un bambino di 8 anni che vive a Caldierino, nell’Est veronese e che col Papa sta diventando un amico di penna. Qualche settimana fa il piccolo ha ricevuto una lettera dal Vaticano, scritta da mons. Roberto Campisi, assessore per gli Affari generali della Segreteria di Stato. “Papa Francesco ti incoraggia a impegnarti ogni giorno con gesti di fraternità e di bontà, diventando testimone gioioso dell’amore di Gesù tra i coetanei”, informa il sacerdote, riconoscendone “il sincero desiderio di pace che porti nel cuore”.

Tutto è nato lo scorso autunno, quando Francesco, insieme alla mamma Angelina Lonido, è andato per la prima volta a Roma. L’occasione di visitare la capitale è arrivata a margine di un convegno internazionale sulla Sids, la sindrome della morte improvvisa del lattante, organizzato a Firenze dalla Società internazionale per lo studio e la prevenzione della morte perinatale e infantile, con il patrocinio di Semi per la Sids onlus e di Fondazione Meyer. Un tema molto caro alla famiglia Rossignoli, perché papà Roberto e mamma Angelina hanno perso improvvisamente, per cause sconosciute, il loro primogenito Paolo, nato l’11 settembre del 2011, ad appena due settimane di vita. Una perdita devastante, che li ha spinti a impegnarsi all’interno dell’associazione Semi per la Sids onlus, testimoniando cosa significhi attraversare un lutto del genere e impegnandosi per la tutela di ogni vita, sensibilizzando sulla prevenzione. Quattro anni più tardi è arrivato Francesco, che col suo fratellino in cielo ha un legame speciale, anche se non si sono mai conosciuti. A Firenze, Francesco ha dedicato a Paolo un disegno e poi una canzone, cantata davanti ai congressisti: un fuori programma che ha stupito e commosso i presenti.

Ai fuori programma, in realtà, Francesco ha ormai abituato i genitori. È successo anche a Roma... «Mentre eravamo in treno per la capitale, per ingannare il tempo, abbiamo preparato insieme un biglietto per augurare buon onomastico al Pontefice, raffigurante il santo di Assisi, tridimensionale, affiancato dalla scritta Laudato si’ – racconta la mamma, che da anni è impegnata nel volontariato, ed è presidente della sezione Avis comunale di Caldierino e Caldiero –. Dietro, Francesco ha scritto una preghiera che conosce fin da bambino e che gli aveva insegnato suor Gigliola Bellini delle Figlie di Gesù: “Caro Gesù, stammi vicino, fammi diventare un bravo bambino”». Con questo biglietto bene in vista, Francesco si è recato il mattino seguente a San Pietro, insieme alla delegazione di medici sudamericani e australiani, per partecipare alla Messa di apertura del Sinodo. «Ho un biglietto di buon onomastico da dare a papa Francesco», diceva a ogni addetto alla sicurezza che incrociava. «Io continuavo a ripetergli: “Non ti illudere, vedi quanta gente c’è?” – ricorda la mamma –. Poi ci è stata fatta una sorpresa, grazie alla presidente di Semi per la Sids, Allegra Bonomi: siamo stati invitati a raggiungere il lato dell’altare, da dove abbiamo assistito alla Messa, increduli e contenti; io continuavo a ripetere a Francesco di non farsi illusioni, che era già una cosa grandiosa essere lì, e lui: “Mamma, vedrai che riesco a dargli il biglietto, basta che ci credo”». E così è stato.

«Scusi, posso consegnare questo al Papa? La mamma dice che non si può», ha detto a una guardia. Che gli ha risposto: «Se la mamma è contenta, passa pure». E lì, poco dopo, tra l’incredulità di tutti – tranne di Francesco: «Ero contento e un solo un po’ emozionato, non sono uno che si commuove molto», ci dice – è avvenuto l’incontro. Il Papa gli ha chiesto come si chiamava («Ah, Francesco? Allora siamo in due!»), ha preso il biglietto e l’ha ringraziato; gli ha stretto la mano e poi l’ha abbracciato. Quindi gli ha regalato un rosario come ricordo, indicandogli come aprire l’astuccio rosso che lo custodiva, visto che mostrava un po’ di resistenza. Un minuto che è rimasto scolpito nella memoria; una gioia racchiusa in un video sul telefonino e condivisa con parenti, amici e parrocchiani, tutti entusiasti. Ma non è finita qui... Quel rosario Francesco l’ha portato a casa e ha imparato a usarlo, aiutato ogni sera dalla nonna materna Silvia e dalla prozia Flora, grandi devote della Madonna di Fatima e del venerabile mons. Luigi Bosio (essendo di origini belfioresi). Quella corona del rosario Francesco ha deciso di immortalarla in un altro disegno, un colorato inno alla pace nel mondo, con la “M” di Maria bene in vista; dietro, ha incollato le foto dell’abbraccio col pontefice e il 18 maggio l’ha portato con sé.

«Potevamo mancare alla visita del Papa alla città?», chiede ironicamente mamma Angelina. No, e infatti i Rossignoli c’erano eccome. «Siamo stati fuori dalla basilica di San Zeno e poi allo stadio; al termine della Messa, Francesco si è fiondato vicino alla sicurezza e ha mostrato il disegno della pace con le foto scattate insieme al Papa a Roma – ricostruisce –. L’ha dato in consegna allo staff, insieme a tre libri dello “zio Mario”, il dottor Mario Castagnini, sacerdote dell’Opera Don Calabria, medico neurologo, direttore dell’Associazione Arc I nostri figli onlus di Verona (dove lavora mamma Angelina, ndr), incentrati sul primo anno di vita del bambino e su tecniche riabilitative innovative». Un dono arrivato davvero nelle mani di papa Bergoglio, come dimostra la lettera giunta di recente. Francesco sta ultimando la risposta al suo illustre omonimo e ci svela in anteprima qualche passaggio: “Caro Papa, ti ringrazio perché hai fiducia che io possa diventare Ambasciatore di pace. Mi impegno a perdonare tutti e a trattare bene gli altri”, scrive. Bravo Francesco: ci ricordi che la pace va coltivata e comincia dai piccoli gesti! 

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