La festa della Santa Famiglia nel cuore del Natale
La festa della Santa Famiglia, che nasce dal Natale, è la festa di tutti noi, del senso più bello e ricco di appartenenza, nel disegno di Dio, al luogo dell’accoglienza della vita, dell’educazione alla vita ed ai valori che danno senso alla vita...
La festa della Santa Famiglia, che nasce dal Natale, è la festa di tutti noi, del senso più bello e ricco di appartenenza, nel disegno di Dio, al luogo dell’accoglienza della vita, dell’educazione alla vita ed ai valori che danno senso alla vita. La famiglia è il luogo dell’educazione alla gioia vera, all’onestà, alla lealtà, al sacrificio, all’impegno, al rispetto, al riconoscimento della bellezza e della necessità delle relazioni umane. Profonda e attenta è oggi la riflessione che papa Francesco e la Chiesa intera rivolgono alla famiglia e, nel documento in preparazione al Sinodo Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, leggiamo: “Nel tempo che stiamo vivendo l’evidente crisi sociale e spirituale diventa una sfida pastorale, che interpella la missione evangelizzatrice della Chiesa per la famiglia, nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale”. Nell’episodio della presentazione di Gesù, Simeone riconosce pubblicamente il Messia; egli e la profetessa Anna lodano Dio perché vedono di fronte a loro la speranza tanto attesa e la redenzione di Gerusalemme. Gesù, il Messia, il Salvatore viene tra noi nella famiglia di Nazaret e tutto il suo percorso terreno si realizza tra le mura domestiche, in un clima familiare che Gesù stesso indica come luogo privilegiato di crescita e di formazione. Il mio impegno in Caritas Diocesana mi porta quotidianamente a contatto con drammi familiari, conseguenza di rifiuti, disgregazione, abbandoni. Quanti giovani arrivano a bussare alla nostra porta per un posto letto che, il giorno dopo, si trasforma in un profondo bisogno di affetto, attenzione e conforto! Non ci può lasciare indifferenti il grido di questi ragazzi che non hanno una famiglia alla quale appartenere, dentro la quale crescere sicuri, dove trovare le giuste risposte al bisogno di amore che nutrono nel loro cuore. Si vive se qualcuno ti fa vivere. Il Vangelo odierno termina con queste parole: “Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui”. Ricorderò per sempre il commento di una compagna di classe di mia figlia; venuta a pranzo da noi, uscita di casa, parlò con lei della gioia di stare in famiglia nella quotidianità, cercando occasioni per stare insieme, dialogando con serenità, vivacità e armonia. Oggi tanti bambini crescono in contesti completamente disgregati, spazi di vita indifferenti ai loro bisogni e alle loro potenzialità, luoghi in cui il senso della famiglia va sempre più perdendosi. Nella Costituzione pastorale Gaudium et Spes si legge: “La famiglia, nella quale le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa e ad armonizzare i diritti della persona con le altre esigenze della vita sociale, è veramente il fondamento della società” (GS, 52). La festa della Santa Famiglia è oggi un richiamo forte a riflettere perché vi sia in tutti noi una concreta responsabilità affinché la famiglia torni ad essere luogo di educazione alla carità, scuola di preghiera e di fede, luogo di accoglienza della vita, luogo di educazione all’onestà, al sacrificio, all’impegno, al rispetto e al dialogo. Simeone annuncia a Maria e Giuseppe e oggi ad ogni uomo, che il bambino Gesù è qui in mezzo a noi segno di caduta, contraddizione e resurrezione… Contraddizione dei nostri con i suoi pensieri, della nostra amata mediocrità; caduta dei nostri falsi idoli e illusioni, delle maschere e delle bugie; risurrezione di tutte le energie sopite nei nostri cuori e che attendono di essere risvegliate e rivelate. Vorrei concludere con alcune parole di una preghiera di Tertulliano, un autore latino cristiano del II secolo: “Che bella coppia formano due credenti uniti in un’unica speranza, in un unico ideale, uniti dallo stesso modo di vivere e dalla stessa disponibilità!”.