Cinema
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Un viaggio che cambia e arricchisce

Il viaggio di Yao
(Francia, 2019)
Regia: Philippe Godeau
Con: Omar Sy, Lionel Louis Basse, Gwendolyn Gourvenec, Fatoumata Diawara
Durata: 103 minuti
Valutazione Cnvf: consigliabile/problematico/dibattiti

Parole chiave: Il viaggio di Yao (1), Film (109), Cinema (103)
Un viaggio che cambia e arricchisce

Il cinema, come la vita, è sempre basato su una questione di punti di vista. Un amico togolese, di recente, diceva ad un’assemblea di persone interessate e partecipi: «Forse molti di voi hanno in mente l’Africa come un paese povero. Io sono qui per dirvi che l’Africa è un paese ricchissimo e che se c’è la povertà è perché da secoli qualcuno che non è africano ne depreda le risorse».
Ormai, per fortuna, sono moltissimi gli autori e le opere che raccontano l’Africa dal punto di vista dell’Africa. Troppo spesso, però, non trovano adeguata distribuzione nel mercato cinematografico e possono essere visti nei circuiti di preziosi festival, che tuttavia non bastano.
Ecco quindi che anche un film apparentemente leggero e spensierato come Il viaggio di Yao, scritto e diretto da Philippe Godeau, francese che in Africa ha vissuto un buon periodo della sua vita, può rappresentare un buon inizio per cominciare a conoscere un continente al quale tutti noi dobbiamo moltissimo.
Seydou Tall (Omar Sy, sempre più bravo) è un famoso attore cinematografico che vive e lavora in Francia e che viene invitato a Dakar per presentare un suo libro.
Il tredicenne Yao (Lionel Basse) vive nel nord del Senegal, a 390 km dal luogo in cui si svolgerà la presentazione del volume scritto dal suo idolo. La distanza non lo spaventa e il ragazzino fugge da casa e riesce a raggiungere Dakar. Colpito da tanta intraprendenza l’attore famoso si offre di riaccompagnare a casa il suo giovanissimo fan. Il viaggio diventerà quindi non solo quello di Yao che deve ritornare a casa, ma anche e soprattutto quello di Seydou, che scoprirà non senza sorpresa le sue radici.
Godeau non è regista di stampo realistico o drammatico. Preferisce raccontare le sue storie usando il registro della commedia, dell’ironia, del divertimento.
Questo non impedisce, a conferma ennesima che ridendo è possibile affrontare anche contenuti e tematiche molto profondi, che il film scorra fluido davanti agli occhi dello spettatore, che non tarda a salire come un passeggero ideale sui mezzi di trasporto utilizzati dai due protagonisti, identificandosi con loro e condividendone esperienze, aspirazioni, sogni e qualche volta anche disillusioni.
Nella dinamica nemmeno tanto nascosta che rende il rapporto tra i due simile a quello di un padre con un figlio preadolescente assistiamo, ed è una delle intuizioni più fresche e convincenti del film, alla crescita di una vera relazione educativa: entrambi hanno cose da insegnare e altre da imparare. Sia l’uomo che il ragazzo arriveranno alla fine del viaggio cambiati e arricchiti di umanità.

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