Tante possibilità maturano sull'Albero della solidarietà
di BEATRICE CASTIONI
Inaugurato edificio e progetto che si mette a servizio delle persone più fragili
di BEATRICE CASTIONI
Non è sempre facile trovare la propria strada in un labirinto di strade, se non c’è la mano di chi ci vuole bene a guidarci. Alcuni bambini avranno bisogno del mondo sempre, anche quando saranno grandi, anche quando la montagna sembrerà troppo alta da scalare e nei momenti in cui la loro persona verrà descritta in base alle difficoltà e disabilità e non in base alle capacità. Tra questo labirinto di strade è nato un albero, pronto ad accogliere e guidare attraverso i suoi rami.
Sabato 8 ottobre è stato inaugurato, nella rinnovata sede della Fondazione “Cav. Amedeo Dal Corso” in via Capitello 13 a Lugagnano di Sona, il progetto di inclusione sociale “L’Albero delle Possibilità” che si inserisce nella più ampia iniziativa provinciale “Il Villaggio delle Possibilità”. L’obiettivo, rendere gli spazi di via Capitello occasione di crescita, formazione e condivisione. «Nel 2019, con la nomina a parroco di Lugagnano, sono entrato a far parte della Fondazione Dal Corso che mi ha subito interessato per le nobili finalità. Insieme al consiglio di amministrazione ho ritenuto opportuno collegare la Fondazione alla Diocesi di Verona tramite l’associazione Adoa (Associazione diocesana opere assistenziali). È così iniziata una stretta e feconda collaborazione con l’avv. Tomas Chiaramonte, il quale ha suggerito di elaborare dei percorsi socio-educativi per la salute, l’apprendimento e l’inclusione di bambini e ragazzi tra i 4 e i 18 anni in situazione di difficoltà e disabilità. Nasce così “L’Albero delle Possibilità”», illustra il presidente della Fondazione Dal Corso, mons. Giovanni Ottaviani, che sottolinea l’importanza della solidarietà e del farsi carico degli altri per una comunità attenta al prossimo.
La struttura è stata donata per volere testamentario dal cav. Dal Corso, il quale ha sempre portato avanti progetti a favore dell’assistenza socio-sanitaria, morale e culturale di giovani, famiglie e anziani in difficoltà. «Fiducia è la rara parola che ha contraddistinto il cavaliere quando ha deciso di donare una struttura come questa alla comunità – spiega l’assessore al Sociale di Sona, Monia Cimichella –. Dobbiamo continuare a realizzare progetti su misura, perché ogni persona è diversa e ha bisogno di essere inclusa a suo modo». L’edificio è circondato da un ampio giardino e composto da un grande salone centrale che porta sulle sue pareti il logo del progetto, una palestra e altre due stanze dedicate al gioco e alla condivisione.
A visitare la nuova sede c’erano anche assessori di Castelnuovo e Sommacampagna, a evidenziare la rete che le amministrazioni comunali continuano a fare quando si parla di solidarietà. «Queste cose funzionano se c’è chi le vive come luoghi di aggregazione e grazie a chi vi contribuisce col prezioso volontariato» dichiara il sindaco di Sona, Gianluigi Mazzi. La cooperativa sociale “I Piosi” è stata scelta come coordinatrice a livello operativo del progetto. «Quando ci è stato proposto di partecipare – spiega la presidente Franca Pedrini – abbiamo accolto con coraggio la sfida, a completamento della nostra mission, ovvero valorizzare le risorse che ognuno porta dentro di sé. Siamo già operativi da qualche settimana in sinergia con molte realtà storiche e innovative del territorio che già abitano “L’Albero”, come Ants, Diversamente in danza e il progetto “Foodloop”, un foodtrack inclusivo». Il progetto è promosso anche da Ulss 9, rappresentata all’inaugurazione dal direttore dei Servizi socio-sanitari Raffaele Grottola, che ha posto l’attenzione sul sociale, «che non è fare assistenza, ma in primis stare insieme per un futuro che valorizzi il dialogo e moltiplichi l’impatto di miglioramento che ogni realtà offre alla comunità».
Tanti alberi quindi che formano un villaggio di nuove possibilità, come il primo nato a Lugagnano. «Un villaggio di strutture ma anche di persone – illustra Tomas Chiaramonte, segretario generale di Adoa – orientate alla gratuità e al bene comune. Un’équipe multiprofessionale diffusa che lavora nelle varie sedi del Villaggio e che, in modo coordinato, porta le specifiche competenze vicine ai bisogni delle persone, confrontandosi e sperimentandosi insieme. Ci sarà anche la possibilità di accedere a progetti gratuiti da parte di bambini, ragazzi o famiglie in particolari condizioni socio-economiche». In occasione dell’inaugurazione ha presenziato anche il nuovo vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, che ha esaltato il termine “possibilità” come occasione costante per confrontarci con la nostra incompiutezza. Perché ogni limite diventi in realtà lo slancio che ci consenta di continuare a superare noi stessi: «Questo albero ci aiuta a riscoprire questa dimensione; vi invito a dilatare il vostro orizzonte come i visionari, che accolgono come possibile ciò che poi diventa ovvio. Questa casa è importante perché ci costringe a vedere come l’uomo spirituale sia colui che non si lascia definire da quello che è adesso, ma che sa andare oltre».
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