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La memoria storica del maestro alpino-alpinista

di LINO CATTABIANCHI
Lorenzo Giacopini tra social e ricordi

La memoria storica del maestro alpino-alpinista

di LINO CATTABIANCHI
È la memoria storica del paese, Lorenzo Giacopini, classe 1940, maestro elementare in pensione, amatissimo e ancora ricercato dai suoi allievi che per anni ha portato ad amare la storia e soprattutto la natura di cui è innamorato. 

Alpino e alpinista, nonno di Alice e Cecilia Panato campionesse di canoa fluviale, figlie del pluricampione Vladi, ha seguito le vicende del Canoa club Pescantina su tutti i fiumi del mondo. Dalla fondazione è uno degli animatori della pagina facebook “Sei di Pescantina”, sulla quale pubblica le storie di un paese che forse non c’è più. 

Com’era questo paese non molti anni fa? Racconta il maestro: «Possiamo partire dagli anni ’50, che sono quelli nei quali ho cominciato il mio lavoro. Supplente in bicicletta, poi con la mitica Vespa 125 celestina e poi con la 600 Fiat. Avevo la sede a Breonio e per questo ho dovuto attrezzarmi. Pescantina era un paese che cercava di dare una mano, nel quale la gente si caricava dei problemi degli altri. Il boom non aveva ancora logorato il tessuto della solidarietà tradizionale. Quella era l’aria che si respirava in famiglia, in parrocchia e a scuola». 

Da allora di acqua ne è passata letteralmente sotto i ponti di Pescantina centro, Arcè e Settimo. Continua Giacopini: «Nel Dopoguerra, una volta entrato a regime il canale Biffis, sono scomparsi i mulini sull’acqua, le ruote idrovore e i traghetti ai passi volanti di Arcè e Settimo. Per i ragazzi di allora si è aperto un orizzonte nuovo per i giochi che era l’alveo del fiume. Allora la precedenza era per la coltura del pesco, ma c’erano attività artigianali di supporto di un’economia sostanzialmente autosufficiente. Non si contavano le botteghe di vicinato che, oltre a fornire i generi di prima necessità, erano dei veri centri di informazione e socializzazione. I caffè, le ostarìe e i bar, facevano il resto: dalla Pace sulle Are, dalle Pelosette in Piazza San Rocco, da Felisse, da Spunciòn ai Mulini e al Gato moro». 

Due gli sport prevalenti: ciclismo e calcio, Ausonia dalle maglie bianche e gialle al velodromo San Lorenzo e Ac Pescantina al campo sportivo comunale, con le divise rossoblù. La Sagra di San Lorenzo in agosto era la grande kermesse del paese». 

Tra i ricordi del passato, dove la Storia con la esse maiuscola incontra la piccola storia dei paesi, l’arrivo degli americani nel 1945. «Il paese da allora ha cambiato pelle: la crisi dell’agricoltura e della peschicoltura in particolare, ha ridotto drasticamente il numero delle aziende. Contemporaneamente sono nate parecchie zone di espansione abitativa. Il clima burlesco delle compagnie di un tempo ormai è solo un ricordo: ci vorrà molto tempo perché i nuovi pescantinesi riescano a ricostituire un tessuto coeso, che superi la naturale frammentazione dovuta anche alla mancanza di radici, delle quali tutti, senza esagerare, abbiamo bisogno», conclude il suo racconto il maestro Lorenzo Giacopini.

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