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La Val d’Alpone mette in mostra i suoi splendidi luoghi di culto

di MARCO BOLLA

Un libro documenta la storia e le meraviglie artistiche da Vestena a S. Bonifacio

Parole chiave: Val d’Alpone (1), Provincia di Verona (3), Diocesi di Verona (73), Verona Fedele (28), Chiese (15)
La Val d’Alpone mette in mostra i suoi splendidi luoghi di culto

di MARCO BOLLA

Luoghi di culto in Val d’Alpone fra storia e arte è il titolo di un libro appena pubblicato di 440 pagine, in cui vengono descritti in modo minuzioso dal punto di vista storico e artistico tutti gli edifici di culto presenti nella Val d’Alpone, cioè nei Comuni di Vestenanova, San Giovanni Ilarione, Montecchia di Crosara, Roncà, Monteforte d’Alpone, ma anche di San Bonifacio e Gambellara. Il punto di forza di questo imponente lavoro, nato per volontà dell’associazione culturale ilarionese “Le Ariele”, sono le circa 600 fotografie molto suggestive, scattate anche attraverso l’utilizzo di un drone, che forniscono una serie di prospettive del tutto inedite delle chiese e dei vari paesi.

«Oltre ai cinque Comuni della Val d’Alpone, abbiamo inserito anche quelli di Gambellara e San Bonifacio. Il primo perché, pur essendo vicentino, geograficamente appartiene alla vallata; il secondo per essere uno sbocco naturale a sud e un punto di riferimento scolastico, commerciale e sanitario di tutti i valligiani», spiegano i tre curatori del libro: il prof. Mario Gecchele, il prof. Dario Bruni e l’arch. Irnerio De Marchi.
 

Il volume, che ospita i saluti dei vescovi di Verona e Vicenza, è frutto della ricerca di un gruppo di studiosi della vallata: oltre ai tre curatori del libro, hanno partecipato alla stesura dei testi anche il prof. Massimiliano Bertolazzi, il prof. Luigi Zonin e Giancarla Gugole. 
 

Sono 23 le chiese parrocchiali descritte, di ognuna vengono tratteggiati gli aspetti storici e artistici e poi riportate alcune particolarità o curiosità. Inoltre, sono presentati altri 32 luoghi di culto tra oratori, cappelle e chiesette disseminati tra Bolca e San Bonifacio.
 

Una particolarità della Val d’Alpone è che si trova al confine tra l’area veronese e quella vicentina: questo ha sempre inciso sull’assetto amministrativo del territorio e, di conseguenza, su quello ecclesiastico. Infatti, appartengono alla diocesi di Vicenza (ma alla provincia di Verona) i territori di San Bonifacio, Roncà, Montecchia di Crosara e San Giovanni Ilarione; è invece del tutto veronese (per provincia e diocesi) Vestenanova e del tutto vicentina Gambellara; emblematico è il caso di Monteforte, in quanto il capoluogo appartiene alla diocesi di Verona, ma le frazioni di Brognoligo e Costalunga a quella di Vicenza. 

Leggendo il libro si scopre che gli edifici ecclesiastici di maggior rilevanza nascevano “in prossimità, se non addirittura all’interno dei castelli, quasi a ribadire lo stretto legame che intercorse fra il centro di potere politico-amministrativo e quello ecclesiastico”. Ad esempio, la chiesa di Monteforte “lega le sue origini alla famiglia dei San Bonifacio, detentori già nel secolo XI del castello nei cui pressi sorgeva il primitivo edificio sacro”: il conte Alberto, nel testamento del 1135, “donava il castello di Monteforte con tutto il territorio annesso al vescovo di Verona”. 

La chiesa di Monteforte, infatti, non fu mai sede pievana, né sussidiaria di altre pievi collocate nei dintorni, “il che fa pensare che venne sempre considerata come un bene che il vescovado veronese riteneva come proprio e verso il quale nutrì sempre un rapporto privilegiato”. La pieve di Montecchia, invece, fu molto importante durante il periodo medievale: la sua giurisdizione, infatti, si estendeva su buona parte della vallata, cioè sulle chiese di Brognoligo, Costalunga, Roncà, Terrossa, Brenton, Gambellara e Sorio.

Un aspetto da evidenziare è che nelle chiese parrocchiali si trovano alcuni notevoli dipinti. In quella di San Giovanni Battista a Castello (frazione di San Giovanni Ilarione), accanto all’altare della Madonna delle Grazie si trova la pala risalente ai primi anni del Cinquecento della Madonna con il Bambino tra i santi Antonio di Padova e Giovanni Evangelista, opera del vicentino Bartolomeo Cincani detto Montagna, un artista importante per il contributo che diede alla pittura veneta del Rinascimento. 

Nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Monteforte, invece, sulla parete a destra del presbiterio è presente la pregiata tela di Cristo e la Samaritana al pozzo di Giacobbe (databile tra il 1520 e il 1530), attribuita al famoso pittore e miniatore veronese Girolamo Dai Libri. Infine, sull’altare maggiore della chiesa di Santo Stefano di Brognoligo (Monteforte d’Alpone) spicca la tela della Fuga in Egitto di Giovanni Antonio De’ Pieri detto lo Zoppo, considerato la maggior personalità artistica del Settecento vicentino. 

Molto interessante è anche la parte del libro dedicata all’abbazia “San Pietro Apostolo” di Villanova di San Bonifacio (costruita nella seconda metà dell’XI secolo) che è stato uno degli insediamenti benedettini più importanti del Veneto. Nonostante sia in diocesi di Vicenza, “i caratteri stilistici della chiesa sono tipici dell’architettura romanica veronese” per la grande influenza che la famiglia dei San Bonifacio, conti di Verona, ha avuto sull’abbazia al momento della sua fondazione.  

Insomma, questo libro appassionante non può mancare nella libreria di chi vuole scoprire la storia di un territorio che si trova nella parte più ad est della provincia veronese; è considerato un primo passo per cercare di unire tutti i paesi della Val d’Alpone, anche in previsione di un possibile riconoscimento Unesco per il suo importante patrimonio paleontologico, a cui sta lavorando da cinque anni un’associazione temporanea di scopo.

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