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La Cascina piena di occasioni per chi ne ha avute meno

di FRANCESCA GARDENATO
Costola di Anffas, a Desenzano la coop è punto di riferimento per la disabilità 

La Cascina piena di occasioni per chi ne ha avute meno

di FRANCESCA GARDENATO
Solidarietà sociale per la cooperativa La Cascina di Desenzano si traduce in opportunità di lavoro per persone svantaggiate che, grazie a un impiego, possono conquistare autonomia e serenità.
Da 23 anni la Cooperativa di solidarietà sociale “La Cascina”, fondata nel 1991 dalla sezione Anffas di Desenzano (Associazione per famiglie e persone con disabilità) e, in particolare, dal compianto Renzo Tira, ha lo scopo di “promuovere il potenziamento sociale delle persone” attraverso la creazione di “opportunità lavorative per le persone diversamente abili che evidenziavano una capacità di lavoro almeno residuale”.
I valori di base erano e restano tutt’oggi il servizio, la solidarietà, la funzione sociale, la mutualità, la democrazia e la partecipazione dei lavoratori, pur operando all’interno di regole di mercato. «In un primo tempo l’attività della cooperativa si concentrò sulla coltivazione di fiori in serra e nella manutenzione del verde – ricorda il presidente, il desenzanese Giuseppe Tosi – sempre eseguiti in collaborazione con il centro Anffas. Ma negli anni si sono aggiunti altri comparti, come la gestione delle spiagge, degli eventi con montaggio/smontaggio palchi, la ristorazione e la gestione dei cimiteri». Alla fine del 1993 lo statuto fu modificato, per adeguamento alla legge 381/91, e gli utenti Anffas inseriti al lavoro furono inquadrati secondo il nuovo contratto di lavoro delle cooperative sociali. Fu allora che La Cascina mosse i primi passi in autonomia rispetto all’Anffas, a cui restava legata da vincoli statutari.
Con la legge 460/97 istitutiva delle Onlus, la cooperativa si è adeguata ed evoluta ulteriormente, assumendo pure la denominazione attuale di Cooperativa sociale e il collegamento con l’Anffas fu ridotto. Nel frattempo, l’attività e l’inserimento lavorativo si sono notevolmente potenziati e dai tre dipendenti normodotati e due svantaggiati degli inizi, a metà anni ’90, si è arrivati a superare le 30 unità, con dodici persone svantaggiate. In stagione, arriva a contare anche 80 dipendenti, ponendosi tra le 20 maggiori imprese private di Desenzano e lavorando anche nei Comuni limitrofi. In questo momento, i dipendenti sono una quarantina, tra cui 15 soggetti svantaggiati. La storia della Cascina è cresciuta a partire dagli anni ’90. Nel febbraio 1997 l’amministrazione comunale propose alla cooperativa la gestione delle spiagge pubbliche, in primis il centro balneare Desenzanino, anche il tratto della Madonnina del Vo’ (dove oggi c’è la Lega Navale), la piccola area di via Cusio e la parte libera della Spiaggia d’oro. Il 22 aprile 1997 fu approvata la delibera di assegnazione con immediata esecutività e il 25 aprile 1997 la spiaggia del Desenzanino riaprì i battenti dopo due anni di abbandono. Nel novembre 1997 partì anche l’attività di pizzeria e, passo dopo passo, La Cascina è cresciuta ulteriormente e ha aggiunto nuovi tasselli e altri progetti.
Oggi il Desenzanino è un ristorante pizzeria aperto tutto l’anno, rinnovato nel 2015/2016 grazie a un intervento di riqualificazione importante che lo ha reso più moderno e accogliente, con una splendida veranda vista lago, coperta e riscaldata in inverno, e un menu stagionale molto curato. Al Desenzanino, da un paio di anni si è aggiunto anche il ristorante Il Circolino, a Rivoltella, dove la cooperativa offre principalmente un servizio di pranzi di lavoro. «Negli anni siamo cresciuti – riflette il presidente Tosi – ma i tempi cambiano. La riforma del Terzo settore del 2017 non ha abrogato la legge 381 del 1991, ma l’ha depotenziata, e da lì non c’è più l’affidamento diretto dei servizi, ma occorre sempre passare attraverso gare d’appalto che ci complicano le cose. Facciamo più fatica a lavorare sul nostro territorio; anche ora siamo in scadenza a Sirmione con la gestione del verde e in altri comuni per ulteriori servizi. C’è molta concorrenza e purtroppo sempre meno persone mettono il cuore in ciò che fanno». 

La Cascina piena di occasioni per chi ne ha avute meno
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